Lecco, 12 luglio 2019 - Non c'è pace per il piccolo Liam, morto il 15 ottobre 2015 dopo soli 28 giorni di vita. Tre medici dell’ospedale Manzoni sono stati di nuovo iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. La vicenda giudiziaria legata alla morte del bimbo di Ballabio sembra infinita: perizie, richieste di archiviazioni, udienze, proscioglimento dei genitori e adesso la nuova indagine sui medici.
I genitori di Liam erano accusati di omicidio volontario e nell’udienza dell’11 giugno scorso il giudice dell’udienza preliminare Salvatore Catalano ha deciso “il non luogo a procedere” nei loro confronti. La madre Aurora Ruberto e il padre Fabio Nuzzo sono usciti di scena, ma a un mese da quell’udienza preliminare la Procura di Lecco, con il Pm Giulia Angeleri, ha aperto un nuovo fascicolo. Indagati tre medici, due pediatri e un radiologo, in servizio nel settembre e ottobre 2015 in Patologia neonatale dell’ospedale Manzoni. Subito dopo la morte, oltre ai genitori, i tre medici erano già stati iscritti nel registro degli indagati e davanti al Gip i loro legali, gli avvocati Stefano Pelizzari e Lorenzo Bertocco, dimostrarono la loro estraneità sulla base della consulenza dall’anatomopatologo Paolo Tricomi, dal pediatra Massimo Agosti e dal neurochirurgo Carlo Bianchi. Successivamente le indagini proseguirono con la doppia richiesta di archiviazione per i genitori, avanzata dalla Procura di Lecco, l’imputazione coatta chiesta dal Gup e una superperizia eseguita nella scorsa primavera da luminari del calibro Ezio Fulchieri, Andrea Rossi e Rita Celli.
Quest’ultimi, nella relazione finale, hanno posto l’accento sulla fratture craniche del piccolo che non sarebbero state notate dei medici dell’ospedale Manzoni. La superperizia ha indicato la causa di morte del piccolo, oltre alle fratture al cranio anche da una “broncopolmonite interstiziale”. La Procura di Lecco - valutata le presunte responsabilità emerse dalla superperizia - ha aperto un nuovo fascicolo nei confronti di due pediatri e un radiologo dell’ospedale Manzoni e chiesto al Gip del tribunale di Lecco un secondo incidente probatorio, che è stato negato. La Procura intende comunque approfondire la posizione dei tre medici e avere una risposta sui dubbi legati al loro operato nella vicenda del piccolo Liam. A quasi quattro anni dalla sua morte la verità è ancora lontana.