Lecco, 1 agosto 2015 - Un primo passo in avanti del Comune di Lecco sulla questione infinita di piazza Affari. E le casse della città sono tirano un bel respiro di sollievo. Dopo una battaglia legale che durava da otto anni Palazzo Bovara infatti ha vinto la causa contro Carena Spa, prima società costruttrice a cui era stato affidato l’appalto per i lavori al Palazzo di Giustizia nel 2005. Si è conclusa davanti al Tribunale di Milano la causa civile promossa a partire dal 2007 dall’azienda. Carena aveva dichiarato risolto il contratto in essere, per preteso inadempimento della committenza – ovvero il Comune di Lecco e il Ministero delle Infrastrutture – aveva al riguardo avanzato una richiesta di risarcimento danni per 4.716.000 euro, più ulteriori 1.517.000 euro per riserve contrattuali già formulate nel corso dell’appalto. A sua volta il ministero aveva dichiarato risolto il contratto per inadempimento della società. Nel corso del giudizio, già nel 2009, alla società costruttrice era stato corrisposto l’ulteriore importo di 536.000 euro oltre accessori, quantificato dal consulente tecnico nominato dal tribunale di Milano, per i residui lavori effettivamente svolti prima della risoluzione del contratto.
Per quei lavori la società costruttrice aveva richiesto ben 1.415.000 euro. Con la sentenza del 24 luglio scorso, il Tribunale di Milano ha confermato l’importo dovuto, e già corrisposto dal Comune di Lecco, per i lavori eseguiti e rigettato integralmente la domanda creditoria di oltre sei milioni di euro per pretesi danni e pretese riserve avanzate da Carena. La società costruttrice è stata inoltre ritenuta dal giudice «inadempiente agli obblighi contrattuali» con conseguente legittimità della risoluzione dell’appalto a suo tempo disposta dal ministero.
Soddisfatto il sindaco Virginio Brivio che ha voluto ringraziare «l’avvocatura comunale, che ha difeso il Comune, e a tutto lo staff dei Lavori Pubblici, guidato dall’assessore Francesca Rota, che con determinazione e competenza ha seguito tutte le fasi della procedura. È opportuno sottolineare che un esito differente avrebbe comportato un esborso tale da compromettere in maniera significativa il proseguo, mentre questa sentenza è la giusta premessa per una serena prosecuzione dei lavori».