REDAZIONE LECCO

Lecco, più cassa integrazione In 461 a casa soltanto a luglio

Nell’ultimo mese prima della pausa estiva le ore sono cresciute del 34% rispetto a giugno

A luglio in provincia di Lecco sono rimasti a casa in cassa integrazione 461 lavoratori: le ore di cassa integrazione richieste e ottenute dagli imprenditori lecchesi per i propri dipendenti sono state il 34% in più rispetto al mese prima. Sono state 78.439: significa 10mila giornate o turni di lavoro persi. In Lombardia e oltre è un caso più unico che raro. A Como ad esempio il ricorso alla cassa integrazione è diminuito del 41%, in Lombardia del 23,6%, in tutta Italia del 19,4%. Per il segretario generale della Uil del Lario Salvatore Monteduro dipende dal caro-bollette per l’impennata dei costi dell’energia e dall’aumento dei prezzi delle materie prime che incidono parecchio in un territorio la cui economia si basa sostanzialmente sul manifatturiero.

"La richiesta di ore di cassa integrazione nel mese di luglio aumenta in provincia di Lecco soprattutto per la crescita della cassa integrazione ordinaria, legata a situazioni di difficoltà temporanee – spiega –. È immaginabile sia collegata alle problematicità aziendali dovute ai costi energetici e delle materie prime. La differenza tra le province di Lecco e di Como dipende dal fatto che l’industria metalmeccanica è più energivora di altre ed è quella che pesa maggiormente nel Lecchese". Il timore è che sia solo l’inizio della ripresa dell’esplosione del ricorso alla cassa, come avvenuto durante la pandemia da Covid: "L’incremento del costo dell’energia inciderà pure sugli altri settori produttivi e potrebbe avere ripercussioni sui molti altri lavoratori che potrebbero essere messi in cassa integrazione nei prossimi mesi", avverte e prevede come una facile Cassandra il segretario generale della Uil del Lario.

Daniele De Salvo