REDAZIONE LECCO

Lecco, spacciatori in carcere

La Polizia smantella banda di clandestini che incassava oltre 5mila euro al giorno

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Lecco, 23 marzo 2016 - L’operazione «Airone» ha permesso di smantellare un’organizzazione composta da clandestini che spacciava cocaina tra Airno, Lecco, Civate, Malgrate, Olginate, Villa d’Adda, Paderno, Calozio e altri paesi. Le varie «batterie» che formavano la struttura incassavano circa 5mila euro al giorno spacciando in luoghi come la ciclabile di Airuno e facendo consegne a domicilio.

Ai soldi si aggiungevano le prestazioni sessuali e l’ospitalità offerte da alcune ragazze italiane in cambio della droga. In carcere o all’obbligo di dimora sono finiti una serie di marocchini, tutti clandestini e molti con precedenti: Faissal Chmanti considerato il capo, Mohamed Moumni già condannato per omicio in Marocco, Bouabid Chaoub, Abdelmoula Harmak, Jalal Zerrouk, El Hadri Lemhani, Hamza Hannioui, Mohamed Laachir e l’italo sudanese Yahia Zakaria Giustacchini. Altri destinatari di misure cautelari sono ancora ricercati ma si ritiene siano rientrati in Marocco. Marco Cadeddu, capo della Squadra mobile, ha sottolineato che è emerso un quadro di degrado tra gli oltre 150 clienti identificati: «C’è la storia di una ragazza che ha venduto la casa ereditata dalla famiglia per pagarsi la droga perchè aveva bisogno di 50 euro di cocaina al giorno, sono emersi gli scambi sessuali di alcune giovani in cambio degli stupefacenti. Più in generale tanta sofferenza, solitudine e storie tristi».

Gli agenti hanno lavorato mesi per smantellare l’organizzazione superando una serie di difficoltà tecniche per incastare gli spacciatori che erano molto attenti. Sequestrati un paio di etti di cocaina. I soldi raccolti con lo spaccio venivano quasi tutti e rapidamente mandati in Marocco. Particolare curioso la banda per proteggere il suo territorio usava anche i pestaggi e Cadeddu ha spiegato: «Quando è scattata l’operazione sono fuggiti e hanno fatto resistenza violenta perchè pensavano che fossimo una banda rivale. Quando hanno capito che eravamo poliziotti si sono tranquillizzati subito ed erano sollevati».