DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lecco, troppi annegati nelle acque del Lario: “Ci vuole un intervento del legislatore”

Ogni estate sono decine le persone che perdono la vita nei fiumi e laghi lombardi. Il presidente dell’autorità di bacino Luigi Lusardi lancia un appello alle istituzioni

Durante l’estate le sponde del lago ospitano migliaia di lombardi e non solo

Durante l’estate le sponde del lago ospitano migliaia di lombardi e non solo

Lecco, 6 agosto 2024 – Raul Victor Javier Hinostroza, il pensionato peruviano di Pegnana Milanese di 68 anni, ripescato dal lago senza vita domenica mattina, è morto per annegamento. Lo ha stabilito l’esame autoptico svolto ieri mattina dal medico legale Giovanni Scola, a cui il magistrato di turno della Procura di Como, Antonio Nalesso, ha dato l’incarico di capire le cause del decesso e la necessità di eventuali ulteriori approfondimenti. Che sono stati invece esclusi.

Il medico ha infatti subito appurato che la morte è avvenuta a causa della presenza di acqua nei polmoni, escludendo malori o altre cause: l’uomo si è tuffato in acqua a pochi metri dalla riva, a Valbrona, davanti a diversi testimoni tra cui la moglie e alcuni parenti che stavano passando con lui la giornata la lago. A spingerlo sott’acqua, potrebbe essere stato un momentaneo disorientamento causato dallo sbalzo termico. Il 68enne peruviano è annegato nel Lario, mentre due giovani ecuadoriani di 22 e 32 anni sono stati salvati in extremis a Colico. A segnare la differenza tra la vita e la morte non è stata però la posizione geografica, è stata probabilmente l’assenza di bagnini nel primo caso, la presenza nel secondo. La stragrande maggioranza di lidi e spiagge del lago di Como non sono infatti presidiate, sia nel Comasco, sia nel Lecchese, nonostante migliaia di bagnanti lombardi e non. 

Volontari e forze dell’ordine in campo

Sul ramo lecchese ci sono solo gli Amici di Claudio a Colico; e poi i bagnini a quattro zampe e i loro conduttori dell’Associazione cinofila salvataggio nautico a Bellano. Certo, incrociano e solcano le acque del Lario i vigili del fuoco, i carabinieri del Servizio navale, i militari della Capitaneria di porto, i finanzieri del Reparto operativo aeronavale di Como, gli agenti della Polizia provinciale, i volontari della Guardia costiera ausiliaria, gli Opsa della Croce rossa. Settantaquattro spiagge solo sulla parte lecchese. “È così – ammette Luigi Lusardi, presidente dell’Autorità di bacino del Lario -. Noi però più che pagare l’operazione di pattugliamento e soccorso Lario Sicuro, finanziando soccorritori, operatori delle forze dell’ordine e volontari non possiamo fare. Occorre un intervento del legislatore”.