
Lo Stallazzo riapre i battenti. Dopo ben quattro mesi di chiusura forzata causa frana e mancanza di clienti e...
Lo Stallazzo riapre i battenti. Dopo ben quattro mesi di chiusura forzata causa frana e mancanza di clienti e quindi incasso, l’unico punto di ristoro e presidio di sicurezza lungo il Naviglio dell’Adda potrebbe riaprire i battenti. Si tratta dello Stallazzo di Paderno d’Adda, gestito dagli operatori, dai lavoratori fragili e dai volontari della cooperativa sociale Solleva, chiuso dalla fine dello scorso novembre, in seguito ad una frana che a maggio ha interrotto l’alzaia, la strada lungo il fiume, il principale punto di passaggio. Lo annuncia Luigi Gasparini, fondatore e presidente della cooperativa. "Nelle prossime settimane e probabilmente nel weekend di inizio primavera, proveremo a riaprire in via sperimentale – spiega -. In questi giorni stiamo valutando le modalità operative, anche per contenere al minimo i costi della gestione".
A causa dell’interruzione della strada alzaia infatti ciclisti ed escursionisti, cioè i potenziali clienti, sono pressoché spariti, e con loro i guadagni necessari per mantenere l’attività con cui pagare lo stipendio ai lavoratori fragili, che non possono nemmeno beneficiare della cassa integrazione né di altri ammortizzatori sociali.
"Per sostenere la partecipazione, è nostra intenzione proporre nei mesi di aprile, maggio e successivi, attività artistiche e varie iniziative qualitative di forte richiamo – prosegue Luigi Gasparini -. La possibilità che lo Stallazzo possa rimanere aperto nella stagione primaverile ed estiva è legata unicamente alla sostenibilità economica, ma confidiamo nella buona risposta dei cittadini e dei rappresentanti istituzionali".
In attesa della possibile riapertura, in vista degli interventi per ripristinare il passaggio lungo uno degli scorci più belli della valle dell’Adda, martedì prossimo verranno consegnare al presidente lombardo, Attilio Fontana, le firme raccolte per sostenere lo Stallazzo. Sono quasi 5mila, tra firme digitali e firme sulla carta. Segno di una realtà del territorio molto amata dai residenti della provincia lecchese e non solo.
Daniele De Salvo