2009-09-27
— MILANO —
IL LICANTROPO, detto anche lupo mannaro, è una creatura mostruosa della mitologia e del folklore, divenuta tipica della letteratura e del cinema horror. Secondo la leggenda, è un uomo condannato da una maledizione che, ad ogni plenilunio, si ricopre di peli e si munisce di zanne diventando un lupo feroce. Secondo alcune interpretazioni, è in grado di trasmettere la propria «malattia» ad un altro essere umano dopo averlo morso. Secondo altre, il licantropo, invece, è un uomo che si trasforma in lupo ogni volta che vuole.

LE ORIGINI. Il mito ha origine nella prima età del bronzo, quando le migrazioni delle tribù nomadi indo-ariane le portarono in contatto con le popolazioni stanziali europee. Il substrato di religioni e miti «lunari» e femminili degli antichi europei si innestò nel complesso delle religioni «solari» e maschili dei nuovi arrivati. In Anatolia, fino ad epoca contemporanea, le donne sterili invocavano il lupo per avere figli. Il primo autore ad associare la trasformazione dell’uomo in lupo alle fasi lunari è stato presumibilmente Gervasio di Tilbury, uno scrittore medievale.

LE MODALITÀ. Licantropi si nasce e si diventa. Chi nasce la notte di Natale a cavallo della mezzanotte o il giorno dell’Epifania, ha buone probabilità di divenire lupo mannaro. Per salvare il neonato dalla crudele sorte, il padre, utilizzando un ferro rovente, deve incidere una croce sotto la pianta di un piede del bambino per i tre Natali successivi. Ma molti sono anche i modi per diventare licantropi. L’unico che non figura nella tradizione è il morso: come veicolo dell’infezione è una trovata narrativa relativamente moderna, dovuta a una contaminazione proveniente dalle storie sul vampirismo. Per tutto il Medioevo invece, per trasformarsi in lupi il modo più sicuro rimane la magia. Ciò, ovviamente, implica che la trasformazione sia volontaria. Per compierla ci si deve spogliare della propria pelle e indossarne una di lupo. Un’alternativa è il ricorso a unguenti o filtri magici. Una delle più note ricette prevede di mescolare cicuta, semi di papavero, oppio, zafferano, solano, prezzemolo e giusquiamo. Parte va spalmata sul corpo e parte bevuta. Non è quindi improbabile che una persona, se assume un simile intruglio e sopravvive, si comporti come un animale invasato. Un ulteriore sistema per trasformarsi è bere «acqua licantropica», cioè raccolta nelle impronte lasciate da un uomo–lupo.

LA DIFESA. Tra le scarse difese contro questa creatura la più efficace pare essere l’argento. Bisogna perciò trafiggere il mannaro con una lama di argento o sparargli con una pallottola dello stesso materiale. La credenza si deve alle proprietà di disinfettante che fin dall’epoca greca erano associate a questo metallo. Secondo alcune versioni del mito, l’arma d’argento deve anche essere benedetta, o addirittura fusa da un crocifisso d’argento. R. C.