Calolziocorte, 21 aprile 2024 – Il pugile che “visse” due volte. Inseguito da ombre che ieri, sabato 20 aprile, sono tornati a fargli visita, nel contesto di un’aggressione i cui contorni sono ancora da chiarire. Lasciando da parte la cronaca nera, vogliamo qui concentrarci sulla carriera di Luca Marasco, 40 anni, ex pugile, oggi allenatore. Nel suo curriculum anche il bagliore di un titolo italiano, nella categoria pesi leggeri.
Sul ring
La sua vicenda fra le corde del ring è divisa in due. Un inizio a spron battuto, in cui si afferma come uno dei migliori talenti nel panorama italiano dei pesi leggeri. Una crisi improvvisa, che da impasse sportiva si trasforma in sprofondo personale. Il ritorno ai combattimenti, a coronamento di un percorso di ricostruzione del proprio progetto agonistico e di vita.
Descritto dalle testate specialistiche come boxeur dal fisico compatto, dotato di ottima tecnica di base e con ottima capacità di incassare, Marasco inizia la sua avventura nel mondo del pugilato professionistico nel 2007, con una vittoria ai punti contro Sandor Fekete.
È la prima “tacca” su una cintura che, in breve, si arricchisce di numerose altre incisioni. In due anni Marasco centra undici vittorie di fila, cinque delle quali per ko tecnico. Nel luglio del 2009 il pugile calolziese conquista il suo successo più prestigioso. A Toscolano Maderno sfida Massimilano Chiofalo per il titolo tricolore dei pesi leggeri, superandolo per decisione unanime dei giudici.
Successivamente difenderà la “cintura”, simbolo del campione, contro l’ex titolare Simone Califano e contro Pasquale Di Silvio. Marasco abdica poco meno di un anno dopo l’urrà contro Chiofalo: il 21 maggio 2010, a Brescia, è sconfitto (ko tecnico) da Emiliano Marsili. S’interrompe una striscia vincente durata 15 incontri.
Da quella battuta di arresto, in questa sua prima parte della carriera, Marasco disputerà solamente altri due incontri in due anni: una vittoria su Michael Carrero e un duro stop contro Massimo Ballisai, nella sfida per il titolo Mediterraneo, disputata ancora a Toscolano Maderno, dove Marasco viene dichiarato sconfitto per ko tecnico al secondo round.
L’addio all’agonismo
Il match perso contro Ballisai precipita il pugile lecchese in un turbinio di dubbi. Si sente trascurato e lamenta difficoltà nei metodi di avvicinamento agli incontri. “Tutta la cerchia di persone che avevo intorno è sparita – dirà in un’intervista a Lecco Notizie – e nessuno mi spronava negli allenamenti”. Da qui alla decisione di dire stop il passo è breve. “Ho iniziato a bere e spendere soldi in discoteca”, spiega ancora il boxeur.
Abbandonato il pugilato, Marasco trova lavoro come metronotte. Il “demone” del ring, però, gli rode ancora dentro. Guarda i match in tv e sogna di tornare ai combattimenti. Sul piccolo schermo scorrono, fra l’altro, le immagini di Marsili, il suo “matador” del 2010, che si batte per il titolo mondiale. È la scintilla che prelude al ritorno.
Il rientro
La ripresa è un nuovo inizio sportivo ma, ancora di più, ha il sapore di una rifioritura sul piano personale. Marasco riprende ad allenarsi a Bergamo, con la boxe Caloi. Si sottopone a una dieta rigorosa e, soprattutto, ben calibrata (attenzione, questa, che gli era sempre mancata nel primo scorcio di carriera).
L’atleta calolziese raggiunge ben presto il peso forma che gli permette di tornare a sentire il gong d’avvio del primo round. Nel maggio 2016, a quasi cinque anni dall’ultimo incontro, Marasco sale sul ring per duellare con Davide Calì. A Scanzorosciate, nella Bergamasca, l’avversario va al tappeto per due volte. Alla prima e alla terza ripresa. Marasco vincerà ai punti.
La “second life” del peso leggero lecchese sul quadrato si spegne in una fiammata: due altri incontri, un pareggio e una sconfitta, entrambi ai punti. L’ultimo match è contro il croato Ivan Njegac, a Velika Gorica. Marasco dà battaglia, ma deve arrendersi, pur portando il rivale alla fine del match. Basta così. Luca ha dimostrato, al mondo della boxe, ai suoi conoscenti e soprattutto a se stesso, di essere stato in grado di riannodare i fili della sua esperienza nello sport professionistico.
Gli inciampi della vita
Appesi definitivamente i guantoni al chiodo, Marasco inizia ad allenare. La sua vita, però, sembra destinata a non procedere sui binari della tranquillità, anche giù dal ring. Nel 2022 a Malgrate viene accoltellato alle braccia da un tunisino, in seguito arrestato. Ieri, infine, la nuova aggressione: il rivale di turno, al contrario di chi lo combatteva in pantaloncini e guantoni, ha portato con sé una pistola, con la quale ha colpito Marasco al capo, battendo poi in ritirata.