DANIELE DE SALVO
Cronaca

Pini abbattuti a Malgrate: arrivano i tecnici del Ministero

Gli ispettori dell’Ispra a Malgrate per un sopralluogo dopo la segnalazione da parte di Wwf e Legambiente

L’intervento di abbattimento dei dodici pini marittimi sul lungolago di Malgrate

Malgrate (Lecco), 8 dicembre 2020 - Sul lungolago di Malgrate approderanno gli ispettori dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. A inviarli è il direttore generale del ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, Giuseppe Lo Presti, che vuole vederci chiaro sull’abbattimento dei dodici pini marittimi, vecchi di cinquant’anni, che crescevano sul lungolago. L’alto dirigente governativo ha inviato il fascicolo anche ai magistrati della Procura regionale della Corte dei conti della Lombardia. Dal Ministero vogliono valutare "se sussistano profili di danno ambientale o minaccia di danno ambientale e di valutare eventuali violazioni della normativa in materia di verde pubblico e privato". A chiedere l’intervento dei funzionari ministeriali sono stati gli attivisti di Wwf e Legambiente di Lecco con un esposto depositato il mese scorsi. "Chiediamo un controllo sulla correttezza delle procedure seguite per arrivare ad estirpare i vecchi pini di Malgrate, fornendo elementi di analisi anche da un punto di vista di proporzione tra i costi e i benefici rispetto all’alternativa della loro conservazione", spiegano Lello Bonelli e Laura Todde, alla guida delle due associazioni ambientaliste lecchesi.

Secondo una perizia redatta da Giorgio Buizza, decano degli agronomi lecchesi, i 12 pini valevano in tutto almeno tra i 120 e i 140mila euro e la loro eliminazione ha comportato una perdita ecologica e patrimoniale di almeno 300mila euro. "Siamo molto soddisfatti dell’interessamento mostrato dal ministero – commentano gli attivisti di Wwf e Legambiente - La rapidità di riscontro e il coinvolgimento degli esperti di altre strutture dell’apparato statale costituiscono uno sviluppo positivo, a conferma di una sempre maggiore attenzione all’ambiente e alle sue componenti". I dodici pini marittimi intanto però non ci sono più, al loro posto verranno piantati otto striminziti "platani a ombrello" coltivati artificialmente in vivaio per ottenere la sagoma della chioma e messi a dimora con i rami legati a canne di bambù per orientarne lo sviluppo e la geometria.

Il sindaco Fabio Polano dal canto suo ribadisce di aver seguito tutte le procedure necessarie e di aver ottenuto tutti i permessi per l’intervento, ma non nasconde il fastidio per essere additato a novello Attila che dove passa non cresce più l’erba, mentre in altri paesi della zona sono stati eliminati molti più alberi e molto più vecchi e di pregio.