
Ultimo giudizio per Maurizio Castagna e Francesco Sorrentino, condannati a due anni e 8 mesi per presunte tangenti in Comune a Lecco. Ieri nell’udienza davanti ai giudici della VI sezione penale della Suprema Corte, la Procura generale ha chiesto la conferma della sentenza d’Appello che a sua volta ricalcava quella di primo grado emessa dal giudice Enrico Manzi (nella foto).
Il 1° marzo 2018 l’ex tecnico comunale e l’ex consigliere comunale sono stati condannati per tentata corruzione e concussione. La Procura generale con la dottoressa Alessandra Bassi ha quindi chiesto ai giudici della VI sezione di rigettare i ricorsi avanzati dai legali di Maurizio Castagna, l’avvocatessa Marilena Guglielmana, e di Francesco Sorrentino, l’avvocato Stefano Pelizzari, presenti in aula.
L’indagine era partita dalla denuncia dell’imprenditore Marco Rota, parte lesa nel procedimento, che aveva portato il 16 aprile 2014 all’arresto dei due imputati e dell’avvocato Giovanni Minervini, che ha già patteggiato con rito abbreviato due anni e 8 mesi. La pratica relativa alla concessione di una servitù di passaggio in via Prà Corvino, nel rione Acquate di Lecco, per l’accesso ai box che l’imprenditore aveva fatto costruire su un terreno di sua proprietà, non andava avanti, veniva rimpallata tra i diversi uffici comunali.
Stanco di dover attendere una risposta che non arrivava, Rota si era rivolto al suo legale, l’avvocato Minervini appunto, che gli aveva consigliato di “oliare“ i meccanismi attraverso una tangente. L’imprenditore, dopo aver versato 2.500 euro, denunciò alla Finanza l’episodio che fece scattare l’inchiesta che ora a distanza di più di sei anni dai fatti contestati, sta arrivando alla sua conclusione.
A.Pa.