
L’ingresso dell’ospedale Manzoni di Lecco
Lecco, 11 novembre 2014 - Il pranzo è servito. Ieri a mezzogiorno, con tanto di banchetto e menù di benvenuto, è stato inaugurato il nuovo servizio di refezione dell’Azienda ospedaliera provinciale. L’appalto, dal valore complessivo di circa 43milioni di euro e dalla durata di nove anni, è stato affidato agli operatori della Dussmann service di Capriate San Gervaso, provincia di Bergamo, un colosso del settore.
La commessa riguarda tutti i presidi del territorio, cioè il Manzoni di Lecco, l’Umberto I di Bellano e il Mandic di Merate. Oltre a servire i pasti - che solo nel 2013 sono stati 231mila per i degenti e 490mila per i dipendenti dell’ente pubblico, per un totale di 720mila, una media di quasi 2mila al giorno - i nuovi responsabili delle mense sanitarie per contratto si sono accollati pure l’onere di svolgere alcuni interventi impiantistici per migliorare le cucine, sia per quanto riguarda gli aspetti igienici sia per quanto riguarda la distribuzione delle pietanze. Anche nel nosocomio brianzolo ad esempio ci penseranno robot automatizzati a smistare il vitto nei reparti.
«L’impegno di spesa per tali interventi è di oltre 4 milioni e mezzo di euro – spiegano i vertici della sanità di via dell’Eremo -. I lavori più impegnativi interesseranno il Mandic , ma anche a Lecco non saranno da meno. I tempi della loro realizzazione, una volta acquisite tutte le autorizzazioni necessarie, non dovrebbero richiedere più di 150 giorni», cioè meno di un semestre. Dai piani alti dell’Azienda ospedaliera tengono inoltre a precisare che l’assegnazione dell’appalto è avvenuta «dopo regolare procedura di gara», quasi ad esorcizzare gli spettri dell’inchiesta sul servizio di lavanderia costata la sospensione del direttore generale Mauro Lovisari, indagato per turbativa d’asta. I rappresentanti sindacali degli addetti sono tuttavia molto preoccupati.
«Nella procedura del cambio di appalto è stata confermata la riduzione dell’orario di servizio», denunciano gli esponenti di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, le federazioni di categoria del comparto. Ciò significa uno stipendio più basso, probabilmente anche livelli occupazionali minori e trasferimenti coatti da un presidio all’altro. Per questo è stato proclamato lo stato di agitazione e il blocco degli straordinari. in attesa di vedere come si svilupperà la vicenda che ha già cominciato a sollevare più di un timore.
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