DANIELE DE SALVO
Cronaca

Merate, i pesci devono traslocare: il laghetto di San Rocco diventerà oasi ambientale

Cominceranno a breve i lavori per il ripristino grazie a 300mila euro. Lo stagno attualmente è ridotto a poco più di una pozza di fango. Verranno realizzati punti di osservazione, aree di sosta e un camminamento per le visite di grandi e piccoli

Il laghetto di San Rocco a Merate

Ad occuparsi dell’intervento sull’area saranno gli specialisti dell’azienda agricola di Matteo Manzoni di Ballabio

Merate (Lecco) – Un angolo di paradiso terrestre in città. Lo sta per diventare l’oasi ambientale dello stagno di San Rocco. Cominceranno a breve i lavori per riqualificare e rinaturalizzare il laghetto di San Rocco, un piccolo specchio d’acqua appena fuori dal centro storico di Merate, in cui nuotano pesci e crescono splendide ninfee, e attorno a cui vivono diversi animali e svettano alberi secolari, come splendidi cipressi calvi alti oltre 35 metri con tronchi di oltre 4 metri e mezzo di circonferenza. Lo stagno attualmente è ridotto a poco più di una pozza di fanghiglia, sedimenti e detriti che stanno inglobando e soffocando ogni specie vivente che lo popola. Per ripristinarlo, pesci, rane, gamberi di fiume, testuggini e altri animali che lì sguazzano verranno prelevati e trasferiti nel vicino lago di Sartirana, poi verrà completamente prosciugato e dragato, infine riempito di nuovo, di acqua, pesci, anfibi, gamberi autoctoni tartarughe palustri e altri animali che contribuiscano al mantenimento dell’ecosistema.

Verrà messa in sicurezza pure la caditoia realizzata come scolo: è una vasca alta 1 metro e 70 priva di balaustre oltre che di paratoie per regolarne il deflusso dell’acqua. Verranno realizzati pure punti di osservazione e aree di sosta, oltre che un camminamento. Ad occuparsi dell’intervento saranno gli specialisti della azienda agricola di Matteo Manzoni di Ballabio. Il costo dell’operazione è di poco meno di 300mila euro. Il compito di ripopolare lo stagno una volta ripristinato è stato invece assegnato al biologo delle acque interne Giuseppe Alessandro Balestrieri, un luminare del settore, che ha già portato a termine con successo altre delicate iniziative analoghe. Il piano di salvataggio è stato firmato dall’esperto forestale Davide Beccarelli.

“Un intervento drastico - ammette -, ma minimizzeremo l’impatto ambientale”. Originariamente il laghetto era semplicemente una ghiacciaia, scavata , sfruttando la Roggia Annoni, l’unico emissario del lago di Sartirana, poche centinaia di metri più a monte. Nel corso dei secoli è stato tuttavia oggetto di diverse contese per i diritti di pesca e di utilizzo. Prende il nome dal vicino colle di San Rocco appunto. Apparteneva a privati, che poi però lo hanno ceduto all’Amministrazione comunale, affinché tutti possano goderne.