Il dramma di una madre incinta all’ottavo mese, in ospedale non c’è un ginecologo e lei perde il suo bimbo

Merate, è corsa per un’emergenza al Pronto soccorso più vicino ma il punto nascita è chiuso da tre mesi

A Merate non c'è più la Maternità: troppe poche nascite e così è stato chiuso (Immagine di archivio)

A Merate non c'è più la Maternità: troppe poche nascite e così è stato chiuso (Immagine di archivio)

Merate (Lecco), 23 agosto 2024 –  “Amore ho delle perdite, è meglio se mi accompagni subito in ospedale”.

Anna, nome di fantasia, 33 anni alla 34esima settimana di gravidanza, si è accorta di avere delle perdite, delle tracce di sangue che l’hanno immediatamente preoccupata. Il marito l’ha così caricata in auto per precipitarsi al più presto al Pronto soccorso dell’ospedale di Merate, il più vicino, appena dietro casa. Al San Leopoldo Mandic, però, il punto nascita non c’è più: è stato chiuso lo scorso maggio su decisione dell’ex direttore generale della sanità pubblica lecchese, Paolo Favini, con l’avallo dell’assessore lombardo al Welfare Guido Bertolaso. Il motivo? Nascevano troppi pochi bambini e le mamme che invece avrebbero potuto partorire lì venivano dirottate altrove, al più grande e attrezzato ospedale di Lecco, in base alle procedure di sicurezza per gestire possibili complicanze.

A Merate, seconda città della provincia, motore economico della Brianza lecchese, martedì sera non c’erano così ginecologi né ostetriche per assistere una donna incinta in difficoltà e il figlio che portava in grembo. E anche se ci fossero stati, perché impegnati in visite ambulatoriali programmate, non si sarebbero occupati di una paziente del Pronto soccorso, poiché i protocolli non lo prevedono. I medici e gli operatori sanitari di turno al Pronto soccorso del Mandic, dopo aver fatto ciò che potevano e dovevano fare per gestire al meglio la situazione, hanno trasferito Anna in meno di un’ora all’ospedale Manzoni di Lecco. Per il suo bimbo, all’ottavo mese inoltrato di gestazione, però era tardi: il suo cuore non batteva più: morto per un distacco della placenta. Se si fosse potuto salvare, oppure si sia trattato di un aborto spontaneo avvenuto prima della corsa in ospedale, lo chiarirà, qualora venisse aperta, un’eventuale indagine. Quello che è accaduto, però, non è una rarità: sono tante le pazienti in gestazione che si rivolgono al Pronto soccorso di Merate per sospette urgenze per poi essere dirottate a Lecco.

Molte di loro scelgono di spostarsi altrove in autonomia quando scoprono che nella struttura non ci sono più specialisti. “La paziente sta bene – si limita al momento ad assicurare Marco Trivelli, il nuovo dg dell’Asst di Lecco, che preferisce non esprimersi sul caso per rispetto alla giovane in attesa di valutazioni certe -. Non risultano comunque evidenze che fosse in travaglio. È stata correttamente trasferita in sicurezza, in tempi molto rapidi, all’ospedale di riferimento, che è quello di Lecco”.