REDAZIONE LECCO

Maggio di Cremeno fa il pieno di rifugiati, il sindaco: adesso chiudo le porte

Ci sono 120 profughi per 750 abitanti: un record

Profughi

Lecco, 28 agosto 2017 - Una frazione di nemmeno 750 anime in cui sono ospitati 120 richiedenti asilo, tutti maschi e tutti concentrati nell’ex colonia degli Artigianelli, con picchi in alcuni periodi di 150 profughi, cioè uno ogni cinque residenti. È quella di Maggio di Cremeno, piccolo centro del Lecchese di 1.600 abitanti scarsi, arrampicato a 790 metri di quota sulle montagne della Valsassina, che soprattutto d’estate si popola di turisti e villeggianti in prevalenza anziani che arrivano specialmente da Milano e dintorni. La minuscola comunità vanta o subisce, a seconda dei punti di vista, la più alta concentrazione di migranti della zona, probabilmente della Lombardia, con un rapporto di un aspirante rifugiato politico ogni 13 abitanti dell’intero territorio municipale, ma la percentuale è ancora più elevata se si conteggiano anche i cento e rotti stranieri regolarmente residenti. 

Il sindaco Pier Luigi Invernizzi, 53 anni, a capo di una lista civica, lo denuncia da tempo e rinuncerebbe volentieri ai 65mila euro arrivati attraverso il «fondo accoglienza» riservato alle amministrazioni che ospitano i profughi. «Non è questione di razzismo, ci mancherebbe altro – spiega –. Con simili numero tuttavia ipotizzare percorsi di integrazione e accoglienza sarebbe follia. Noi abbiamo compiuto la nostra parte, adesso però nessuno venga più a bussare alla nostra porta». Anche perché i circa 1.200 richiedenti asilo presenti in provincia sono suddivisi in appena 27 degli 88 comuni, meno di un terzo. Pure il prefetto non ha potuto altro che prendere atto che effettivamente la misura è colma.  L'ipotesi di inviare lassù altri migranti per sgomberare la grande baraccopoli del Bione di Lecco, in vista della costruzione della nuova caserma dei vigili del fuoco, è stata immediatamente scartata. Inoltre una decina dei circa 120 esuli verranno trasferiti altrove. «Speriamo rappresenti solo l’inizio – auspica il primo cittadino –. I profughi non hanno mai causato molti problemi. Bisogna però pure constatare che per una realtà che campa di turismo come la nostra, simile situazione non aiuta».