DANIELE DE SALVO
Cronaca

Morto Carlo Gilardi, il professore-benefattore di Airuno. Una vita in aiuto degli altri (che spesso ne approfittavano)

L’ex insegnante si è spento a 92 anni. Una cospicua eredità ricevuta nel 2017 aveva cambiato la sua vita tra badanti e amministratori infedeli, ricoveri coatti e ricorsi alla Corte europea

Carlo Gilardi

Airuno (Lecco) 22 ottobre 2023 – Carlo Gilardi aveva 92 anni. A breve, il 4 dicembre, ne avrebbe compiuti 93. Tutti lo chiamavano il professore, perché fino al al 1987 era stato insegnante di Estimo e Ragioneria. Poi si era ritirato in pensione: “Per lasciare posto ai più giovani che hanno bisogno di lavorare” ci aveva raccontato, sebbene di insegnare non avesse fondamentalmente mai smesso, perché aveva continuato a offrire ripetizioni private, gratis, specialmente a chi aveva più bisogno, come gli stranieri, giovani e adulti, e i ragazzini con più difficoltà. Nel suo paese, ad Airuno, Carlo, Carletto, per il suo fisico minuto e il carattere semplice, era un'istituzione. Nel 1960 era stato consigliere comunale, nel 1972 era stato tra i fondatori della Pro loco.

L'eredità

I suoi problemi sono cominciati nel 2017, con una grossa eredità di famiglia, un patrimonio di milioni di euro: sono iniziate le liti con la sorelle, l'incessante processione di questuanti, l'elargizione di migliaia di euro a chiunque gli chiedesse aiuto... Si stima che in 4 anni avesse prestato o donato oltre mezzo milione di euro, senza mai più rivederne indietro nemmeno un centesimo. Da qui la nomina di amministratori di sostegno, alcuni dei quali chiacchierati, l'impossibilità di disporre del proprio patrimonio, le spese controllate e limitate. Anche Carlo era consapevole che in tanti se ne approfittavano di lui: nella notte di Capodanno del 2020 aveva scritto una lettera aperta, pubblicata poi fuori dal cancello di casa sua, che sembrava più in una stalla che un'abitazione.

La lettera

“E' mio dovere morale avvertire che ormai, data l'età e che sono in cammino verso i 90, il mio stato psicofisico va sempre più degradandosi e pertanto non sono più una persona affidabile, ammesso e non concesso che lo fossi in passato – il testo della commovente missiva vergata in bella calligrafia -. Chiedo perciò scusa per ogni mia eventuale mancanza e la vostra gentile comprensione oltre che il necessario perdono. Sono diventato un essere inutile e aspetto solo il felice giorno del mio trapasso”. Sembrava all'apparenza una sorta di testamento spirituale, e probabilmente lo era; ma era anche e soprattutto una richiesta di aiuto e un invito a lasciarlo stare, smetterla di importunarlo, di chiedergli, pretendere.

Il ricovero coatto

Pochi mesi dopo, il 23 ottobre 2020, il ricovero coatto in una casa di riposo di Lecco, proprio per proteggerlo da chi avrebbe dovuto assisterlo e accudirlo, tra cui l'ex badante, e invece se ne stava solo approfittando, sfruttando il suo buon cuore e la sua buona fede per estorcergli soldi e regali. Il resto è storia nota: Le Iene, le manifestazioni di protesta, i comitati per chiederne la liberazione, i processi a carico di chi lo ha o lo avrebbe defraudato, quest'estate la sentenza dei giudici della Corte europea dei diritto dell'uomo con l'indicazione di rispettare la sua volontà a cui tuttavia non è stato mai dato completamente seguito. Infine le scorse settimane il ricovero all'hospice Il Nespolo di Airuno, per un tracollo delle sue condizioni di salute e questa mattina l'epilogo.

Il ritorno ad Airuno

A inizio mese a Carlo era stata riconosciuta la cittadinanza onoraria: dopo che il suo nome era stato cancellato dall'elenco dei cittadini residenti perché da quasi tre anni abitava altrove, Carlo era almeno almeno riuscito a diventare nuovamente un cittadino della sua ‘Terra mia cara’, come aveva chiamato Airuno nell'ultimo suo libro scritto durante la permanenza coatta in Rsa. “Vorrei il buon Dio non mi concederà la grazia di chiamarmi a sé. Vorrei succeda presto, ma mi affido a lui”, ci aveva confidato a gennaio 2020, quando lo avevamo incontrato. Sono trascorsi quasi 4 anni, ma ora il buon Dio lo ha accontentato e gli ha concesso pure di congedarsi da questo mondo nella sua Airuno, sebbene non a casa sua, come invece probabilmente avrebbe desiderato.