Lecco, 19 febbraio 2017 - Il distaccamento della Polizia stradale di Bellano verrà intitolato a Francesco Pischedda, l’agente scelto morto la notte del 2 febbraio a 29 anni ancora da compiere dopo essere precipitato da un cavalcavia della Superstrada a Colico mentre inseguiva un ladro. Lo ha annunciato il comandante Mauro Livolsi, suo superiore e dirigente della Polstrada lecchese.
«Moltre nostre sedi sono dedicate ai nostri uomini e alle nostre donne che purtroppo hanno perso la vita mentre svolgevano il proprio dovere – spiega -. Dopo quello che è accaduto noi abbiamo deciso di attribuire a quella di Bellano il nome del nostro amico scomparso, così tutti coloro che svolgeranno servizio lì lo potranno ricordare e conoscere». Anche il trofeo interforze di sci che si è svolto nell’ultimo fine settimana ai Piani di Bobbio è stato intitolato al poliziotto che non c’è più. Ad aggiudicarsi la coppa sono stati proprio i colleghi della Polizia di Stato, che però l’hanno regalata ai genitori, a papà Giovanni e mamma Diana, giunti apposta in Valsassina dalla Sardegna, dove abitano, per ricevere il premio e insieme per andare a trovare a Nuova Olonia di Dubino, in Valtellina, la nipotina di pochi mesi rimasta orfana. «Affrontiamo un momento tanto doloroso con un’iniziativa di solidarietà e generosità», ha sottolineato don Andrea Lotterio, cappellano della Polizia.
Intanto gli investigatori che ancora devono ricostruire l’esatta dinamica del tragico incidente, confidano di poter presto parlare con Florea Veaceslav, il moldavo 25enne che Francesco, «Pischi» come lo chiamavano tutti affettuosamente, stava cercando di fermare, dopo averlo intercettato al volante di un Fiat Fiorino rubato qualche giorno prima nella zona di Gorgonzola. È ricoverato in prognosi riservata in un letto della Rianimazione dell’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, dove è stato pure sottoposto a due delicati interventi chirurgici per salvarlo. Non è più in coma, ma pare non reagisca agli stimoli, sebbene le sue condizioni stiano migliorando. «Al momento non siamo riusciti a interrogarlo – conferma sempre Mauro Livolsi -. Aspettiamo lunedì...». La speranza è dunque quella di provare a sentirlo già domani.