REDAZIONE LECCO

Nuove procedure. Scatta la protesta della Penitenziaria

Gli agenti della Polizia Penitenziaria di Lecco proclamano lo stato di agitazione perché le nuove procedure richiedono più personale. Chiedono risorse umane e materiali per adempiere al loro mandato in sicurezza, senza comprimere i loro diritti.

A protestare questa volta non sono i detenuti, ma gli agenti della Polizia penitenziaria di Lecco. Da lunedì nella casa circondariale di Pescarenico cambiano le procedure. I 39 poliziotti della Penitenziaria in servizio sono però troppo pochi per attuare le nuove direttive. Occorrerebbero almeno una decina di colleghi di rinforzo. Per questo hanno proclamato lo stato di agitazione.

Fino ad oggi, sebbene a costo di ferie e riposo saltati, se la sono cavata per tenere d’occhio gli 83 reclusi su 4 piani, grazie alla cosiddetta sorveglianza dinamica. Da settimana prossima tuttavia dovranno tenere chiusi i detenuti in cella per tutto il giorno, salvo le ore d’aria e di socialità previste e improvvisarsi come portieri per aprire e chiudere i cancelli senza disporre di sistemi automatici, sperando tra l’altro che i reclusi costretti nei loro cubiculi non si ribellino. "Siamo servitori dello Stato – commenta Matteo Zizza, segretario generale della Cisla di Monza e Lecco -, non intendiamo contestare l’adozione di un nuovo piano di custodia. Chiediamo però adeguate risorse umane e materiali che ci consentano di adempiere in maniera funzionale e sicura al nostro mandato, senza comprimere i nostri diritti contrattuali". Lo stato di agitazione è voluto dai rappresentanti di tutte le sigle di categoria; Sappe, Sinappe, Osapp, Uil Pp, Uspp, Fp Cigl e Fns Cisl. D.D.S.