
Guido Milani è tornato libero
Oggiono (Lecco), 9 settembre 2016 - E' tornato in libertà Guido Milani. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Milano che ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata subito dopo gli arresti dal suo legale. «Non ci è ancora nota la motivazione della revoca della misura cautelare - spiega l’avvocato Renato Pulcini -. La revoca è stata comunicata a Guido nel pomeriggio direttamente dai carabinieri: è stato lui ad avvisarmi, felicissimo anche perché ha vissuto questo ultimo periodo in uno stato davvero di profondo sconforto». Il fondatore di «Ragazzi e Cinema» era già stato condannato a quattro anni e mezzo per abusi su minori in un’inchiesta milanese che ha portato alla condanna per prostituzione minorile anche di don Alberto Paolo Lesmo, ex parroco della chiesa di San Marcellina ed ex decano di Milano-Baggio. Dal 19 agosto scorso era ai domiciliari nella casa dei genitori, a Oggiono, a seguito di una nuova denuncia di abusi presentata nei suoi confronti da un giovane milanese. Il ragazzo, oggi maggiorenne e all’epoca dei fatti oggetto di denuncia (tra il 2009 e 2011), aveva raccontato di essere stato vittima di «strusciamenti» durante le riprese di uno dei tanti film di «Ragazzi e Cinema».
Accuse rispedite al mittente dal fondatore dell’associazione, che nel giorno dell’interrogatorio di garanzia (martedì 23 agosto scorso) aveva raccontato al giudice Paolo Salvatore di essere completamente estraneo ai fatti contestati. Un complotto invece era stata la parola utilizzata dal difensore, un complotto costruito ad arte e ordito nei confronti di Guido Milani «che è stato capace di costruire negli anni una bellissima struttura che lavora con Comuni e altre associazioni e che per questo è finita nel mirino dei tanti invidiosi e di quanti hanno pensato di sostituirsi a lui in nome del business». «Ora Guido si concederà una vacanza per ritrovare la serenità necessaria ad affrontare il cammino che lo vedrà impegnato a dimostrare la sua innocenza», ha aggiunto l’avvocato Pulcini che peraltro ha già preannunciato ricorso in Appello contro la condanna a quattro anni e mezzo mentre resta in attesa di capire se la nuova denuncia porterà all’apertura di un nuovo procedimento penale nei confronti del suo assistito.