
Il nuovo spazio al terzo piano del Palazzo delle Paure
Lecco, 25 giugno 2016 - Uno spazio piccolo, che però contiene un mondo intero. Dopo anni di discussioni e progetti mai realizzati, finalmente Lecco rende omaggio alla storia che l’ha resa celebre in tutti i continenti. Verrà inaugurato domenica 26 giugno alle 18.30 a «Palazzo delle Paure» l’Osservatorio alpinistico lecchese, un viaggio vero, con qualche cimelio, e molto di virtuale (il punto forte dello spazio) fra i personaggi e le imprese della storia dell’alpinismo. I contenuti sono stati messi a disposizioni dalle associazioni alpinistiche lecchesi, dalle famiglie e da archivi preziosi come «MOdiSCA».
Il tutto è stato coordinato da Serafino Ripamonti con l’aiuto di Pietro Corti e tanti altri. Il viaggio parte in uno spazio buio al terzo piano del «Palazzo delle Paure». Vecchi scarponi chiodati, maglioni rossi e corde di canapa attraggono l’attenzione accanto a grandi «touchscreen». Basta sfiorare un luogo del mondo su una grande mappa digitale che immediatamente appaiono immagini e resoconti della spedizioni dei lecchesi in tutto il pianeta. C’è una vera e proprio libreria virtuale che permette di sfogliare articoli di giornale, riviste e racconti che hanno raccontato l’alpinismo lecchese. Poco distante un plastico interattivo del Lago di Como permette di esplorare il territorio di montagne che circonda il Lario alla scoperta del contesto in cui si collocano alcune delle vicende alpinistiche narrate. Il cuore dell’Osservatorio però è costituito da cinque totem che ripercorrono la storia dell’arrampicata dagli albori fino ai giorni nostri attraverso schede video, interviste ai protagonisti e filmati storici. Basta mettersi le cuffie e scegliere l’argomento sfiorando lo schermo con un dito, per immergersi in una di queste storie.
Ci vuole tempo e forse più di una visita per apprezzare tutto ciò che offre l’osservatorio che, grazie proprio alla tecnologia, potrà essere continuamente aggiornato. C’è spazio anche per una piccola parete di arrampicata pensata anche per i ragazzi delle scuole che in questo luogo parteciperanno a una lezione speciale. «Senza il contributo delle associazioni e dei cittadini non si sarebbe fatto - ha commentato Ripamonti, ieri mattina, durante la presentazione dello spazio -. Vorremmo che questo fosse l’inizio di una narrazione. Il museo inaugurato ai Resinelli, quello del Cai, sono tutti aspetti di questo racconto. Siamo una capitale dell’alpinismo, è una splendida etichetta ma dietro deve esserci un contenuto che va continuamente raccontato». federico.magni@ilgiorno.net