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Cronaca

I sindaci: "Il nuovo ponte? Non costruitelo a Paderno d’Adda"

nel Meratese si teme l’arrivo di troppi camion e auto

Il ponte di Paderno

Paderno d'Adda (Lecco), 1 agosto 2021 -  Il nuovo ponte non sarà a Paderno. Lo chiedono i sindaci del Meratese che, con un documento inviato al governatore di Regione Lombardia, ai vertici di Rfi e ai presidenti delle province di Lecco, Bergamo e Monza Brianza, propongono di valutare alternative rispetto alla posizione attuale, per la costruzione del futuro nuovo ponte viario destinato a rimpiazzare il San Michele. Temono infatti che il nuovo viadotto porti troppi automobilisti e soprattutto camionisti di passaggio nei loro paesi. Vogliono inoltre preservare il paesaggio della Valle dell’Adda.

"Sui 25 chilometri di fiume dal ponte autostradale di Trezzo al ponte di Olginate, sono presenti tre ponti, tutti con significative limitazioni di carico e un’età compresa tra i 70 e i 130 anni – si legge nella missiva firmata dai primi cittadini di Robbiate, Merate, Verderio, Imbersago, Brivio, Airuno, Olgiate Molgora, La Valletta, Santa Maria Hoè, Montevecchia e naturalmente di Paderno Gian Paolo Torchio –. Risulta evidente come una nuova opera di collegamento viario pienamente fruibile sia al contempo una necessità per i territori, ma anche un forte attrattore di traffico stradale di media percorrenza, per mezzi leggeri e per mezzi pesanti".

Da qui la proposta di realizzare il nuovo ponte viario altrove, a differenza del nuovo ponte ferroviario che sorgerà accanto al “vecchio” San Michele, in modo da utilizzare il ponte di Paderno, sgravato dal transito dei treni, solo per la viabilità locale. "L’alleggerimento del ponte San Michele dal traffico ferroviario ne potrebbe garantire il prolungamento della vita attiva. La realizzazione di un ponte alternativo ad alta percorribilità, connesso ad un reticolo stradale maggiore, diminuirebbe in modo significativo il traffico di attraversamento e le sollecitazioni sul manufatto", spiegano i sindaci meratesi, a cui tuttavia si oppongono sia i colleghi della sponda bergamasca, sia i tecnici di Rfi, secondo cui il San Michele dovrà comunque essere rimpiazzato entro 10 anni.