
di Daniele De Salvo
Palazzo Prinetti potrebbe diventare un centro commerciale green per prodotti a chilometro zero con tanto di bar e ristorante, oltre che un luogo di cultura con spazi espositivi e aule per l’università della terza età, sede di startup e naturalmente un’attrazione turistica con la sua inconfondibile torre circolare da aprire ai visitatori. A valle del castello si potrebbe inoltre realizzare nel prato incolto che si estende a sud un parco pubblico a terrazzamenti con un oro sociale e un giardino botanico insieme ad parco solare con pannelli fotovoltaici. A disegnare il possibile futuro dello storico maniero simbolo di Merate e della Brianza sono stati gli studenti del Politecnico di Milano del master internazionale in Architectural engineering. Al momento quello che hanno disegnato sulla carta è solo un progetto di massima.
"È un buon punto di partenza o uno spunto, ma soprattutto la dimostrazione che Palazzo Prinetti può e deve tornare ad essere il centro economico, culturale e associativo della città, non sono un simbolo decadente", spiega Giacomo Vetrice, uno dei promotori dell’associazione Castello Prinetti, fondata nel 2016 proprio per salvare il castello di proprietà della parrocchia di Sant’Ambrogio che attualmente è completamente vuoto poiché necessità di ingenti interventi di ristrutturazione che al momento hanno tenuto alla larga possibili acquirenti ed eventuali investitori interessati nonostante sia in vendita. "Pur essendo inutilizzato solo in tasse e mantenimento grava sulle tasche dei fedeli per 35mila euro all’anno", prosegue Ventrice.
"È un bene privato, stabilire la sua sorte spetta solo ai proprietari, però in qualche modo è come se appartenesse alla comunità e sarebbe un’opportunità perduta se diventasse un luogo precluso ai meratesi. Meglio sarebbe elaborare un progetto che consenta alla parrocchia di continuare a mantenere il possesso di Castello Prinetti e di valorizzarlo con il contributo di tutti a beneficio diMerate". Magari a cominciare proprio dalla torre: per metterla in sicurezza e consentire la salita fino in cima ai visitatori basterebbero meno di 80mila euro.