REDAZIONE LECCO

Pecore sterminate . Il pastore “detective”: "Chi ha ucciso sapeva come fare"

Galbiate, l’allevatore: "Credo sia stato sparso del veleno sul prato"

Pecore sterminate . Il pastore “detective”: "Chi ha ucciso sapeva come fare"

Galbiate, l’allevatore: "Credo sia stato sparso del veleno sul prato"

"Chi le ha sterminate conosce le pecore e le capre. Sapeva come ucciderle senza lasciare tracce e senza nuocere agli altri animali". È sempre più convinto che si sia trattato di un’azione voluta e mirata, non di un incidente, Mauro Farina, il pastore di 36 anni di Molteno che nelle notte tra sabato e domenica ha perso quasi 500 capi di bestiame sul monte Barro, morti probabilmente avvelenati, sebbene non si conosca ancora con quale sostanza e nemmeno con quali modalità. Al momento non sono state riscontrare tracce di sostanze tossiche, né nei terreni su cui le bestie stavano pascolando, né nelle falde acquifere o nei fontanili utilizzati per abbeverarsi. "Io credo sia stata sparsa qualche porcheria sull’erba per le pecore e sulle foglie e le cortecce di alberi e arbusti per le capre, che non brucano a terra – spiega Mauro -. Altrimenti non si spiegherebbe perché gli asini invece siano sopravvissuti e non abbiamo accusato sintomi. Secondo me, chiunque sia stato è quindi del mestiere e sapeva inoltre che gli animali avrebbero ripulito tutto, cancellando ogni prova". Si tratta ovviamente solo di congetture, in attesa di riscontri concreti. Proprio per scoprire quanto sia realmente successo, i veterinari di Ats e dell’Istituto zooprofilattico di Sondrio che si stanno occupando delle analisi sulle carcasse degli animali morti, l’altra mattina sono tornati nell’allevamento di Molteno di Mauro, dove il 36enne ha messo al sicuro i capi scampati alla mattanza: hanno svolto ulteriori campionamenti e analisi per confrontare i risultati con quelli sulle capre e le pecore morte tutte insieme nel giro di un’oretta tra gli spasmi e belati strazianti.

L’unica certezza al momento è che Mauro ha perso praticamente tutto, perché quel gregge che non c’è più. Gli sono rimasti un’ottantina di esemplari appena, insufficienti per andare avanti. Per questo prosegue la raccolta fondi per aiutarlo, tramite donazioni dirette sul suo conto corrente, tramite l’Iban IT10Q0306951611100000008097. "In qualunque modo sia andata, chi può mi aiuti per favore, ho rinunciato ad un posto fisso e sicuro in fabbrica dove lavoravo da quando ero adolescente per fare il pastore", è l’appello di Mauro che non è assicurato. Daniele De Salvo