Moggio (Lecco) - Una neve diversa per i Piani di Artavaggio a Moggio e anche per i Piani di Bobbio a Barzio. Una neve che non sia quella artificiale e nemmeno destinata solo alle pista da sci da discesa. La chiedono gli attivisti del collettivo The Outdoor Manifesto che aderiscono alla mobilitazione Reimagine Winter, per chiedere appunto una neve diversa, come Nevediversa è il nome della campagna che sostengono per realizzare uno sviluppo turistico invernale sulle montagne della Valsassina differente da quello attuale, più rispettoso dell’ambiente, dell’ecosistema, del meteo che cambia, dell’acqua e dell’energia che scarseggiano e sono risorse sempre più preziose. Una quarantina di persone sono saliti ai Piani di Artavaggio, a monte di Moggio, per sollecitare il cambiamento: tra loro volontari di Legambiente dei circoli del Lario Orientale e di Lecco, di Ambientalmente Lecco, del Centro ricerche e osservazione ornitologiche di Varenna, di Banca Etica, del Fridays for Future.
«Non è più tempo di nuovi impianti sciistici a bassa quota ed è necessario ripensare il turismo invernale in chiave di sostenibilità", spiega Costanza Panella, presidente di Legambiente del Lario Orientale, contro investimenti pubblici, statali e regionali, che invece, in vista delle Olimpiadi invernali di MilanoCortina 2026, che si disputeranno pure in Valtellina, sostengono proprio nuovi impianti di risalite pure alle quote più basse dove ormai nemmeno nevica più. Ad Artavaggio, dove l’anno scorso la temperatura è stata più alta di 2 gradi rispetto alla media, i vecchi impianti dismessi non più utilizzati perché diventati inutili, sono stati smantellati e sostituiti con una nuova funivia, puntando su sci di fondo, ciaspole e bici da neve. È però prevista una nuova seggiovia e un nuovo bacino per l’innevamento artificiale.
Ai Piani di Bobbio invece si progettano una nuova strada e un nuovo parcheggio, nonostante l’accordo di programma tra Regione, Comuni e Comunità montane per i comprensori sciistici di Valsassina e Val Brembana sia stato ridimensionato. "Sono opere effimere – denuncia la presidente di Legambiente del Lario Orientale – a causa del cambiamento climatico con l’innalzamento delle temperature, specie in montagna, e la drastica riduzione delle precipitazioni. Nuovi parcheggi non si renderebbero inoltre necessari se si potenziasse il trasporto pubblico locale".
Non è solo questione di ambiente, è pure un affare economico: con il caro-bollette e l’inflazione produrre un metro cubo di neve costa fino a 7 euro, 5 in più dei 2 euro della passata stagione.