DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lecco dedica il piazzale della funivia alla partigiana Francesca Vera Ciceri

L’intitolazione è avvenuta in occasione dell'81esimo anniversario della battaglia ai Piani d'Erna

Lecco, 20 ottobre 2024 – Piazzale Francesca ‘Vera’Ciceri. E' la piazza più alta di Lecco. Il piazzale della stazione di partenza della funivia per i piani d'Erna è stato intitolato alla partigiana lecchese Francesca Ciceri, più conosciuta come Vera, il suo nome di battaglia, nata a Rancio nel 1904 e mancata nel 1988. Tra il resto è stata anche presidente dell'Anpi lecchese. La cerimonia di intitolazione si è svolta questa mattina, in occasione dell'81esimo anniversario della battaglia ai Piani d'Erna.

Piazzale Francesca ''Vera'' Ciceri
Piazzale Francesca ''Vera'' Ciceri

La battaglia dei Piani d'Erna

Subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, i Piani d’Erna furono uno dei primi luoghi dove si radunarono molti tra sbandati ed ex prigionieri, che decisero di opporsi all’invasione di tedeschi e repubblichini. Più che sul piano militare, le azioni loro azioni acquisirono una grande importanza simbolica: per la prima volta qualcuno si opponeva con le armi ai nazifascisti, che così contrattaccarono. Nel pomeriggio del 18 ottobre 1943 le SS iniziarono a salire contemporaneamente da tutti e quattro i versanti della montagna. Nella marcia d’avvicinamento al Pizzo, i partigiani del rione di Bonacina furono catturati dai tedeschi e costretti a portare le loro munizioni; lungo il percorso vennero incendiate tutte le baite e i fienili. Le poche decine di partigiani rimasti ai Piani d’Erna, non avendo i mezzi adatti per rispondere all’offensiva tedesca, capirono di essere stati accerchiati. In montagna restarono quindi soltanto alcuni prigionieri francesi, slavi e russi, che si trovarono ad affrontare le truppe tedesche. Il bilancio fu tragico: un civile ucciso a Primaluna, due ex prigionieri alleati caduti a Erna , due ex soldati catturati e fucilati a Germanedo, altri due militari ignoti caduti.

Vera Ciceri

Nota soprattutto col nome di Vera, uno dei nomi acquisiti nella cospirazione e nella Resistenza, Francesca Ciceri, alla fine della Grande guerra conobbe Gaetano Invernizzi, vissuto il 1899 e morto nel 1959, sindacalista, reduce di guerra, costretto a lasciare l'Italia per le sue idee "sovversive", poi eletto deputato durante la prima legislatura italiana. Vera lo raggiunse a Parigi dove si sposarono. Dal 1931 tornarono entrambe più volte in Italia per ricomporre le file della lotta clandestina. Nel 1936 l'arresto e la condanna: Gaetano a 14 anni e Vera a 8 per cospirazione contro lo Stato e ricostituzione del Partito comunista. Vera venne liberata anticipatamente. Una volta libera, nel '43, col marito salì ad Erna per formare la brigata partigiana Carlo Pisacane, attaccata e soverchiata dai tedeschi nel primo rastrellamento d'autunno 1943. Dopo la Liberazione, Francesca continuò la sua attività dirigendo la rete dei Gruppi di Difesa della Donna ed entrando nel comitato della federazione milanese del Pci. Dopo la morte del marito, tornò a Lecco, diventando presidente dell'Anpi provinciale dal 1980 all'88. Nel 1977  ha ricevuto la medaglia d'oro per meriti patriottici e civili. E' morta agli inizi del 1988.

L'intitolazione

“L'avevamo annunciato nella celebrazione del 25 aprile e oggi, 81° anniversario della battaglia ai Piani d'Erna, è diventato realtà – spiega il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni-. La Città di Lecco dedica la sua piazza più alta, il piazzale della funivia che porta in Erna, a Francesca Vera Ciceri, partigiana lecchese. Intitolare questo luogo a Vera Ciceri è stata una scelta condivisa da tutte le parti politiche. D'ora in poi, con lo svelamento della targa da parte della sua pronipote Manuela Valsecchi, chi passerà per questo luogo coglierà con lo sguardo il nome di un'illustre cittadina lecchese, la quale ci ha insegnato che, a differenza dei sentieri di montagna, il sentiero della democrazia - il dono lasciatoci dai protagonisti della Resistenza - o è per tutti o non lo è. Un messaggio, nel 120simo anniversario della nascita di questa grande donna, che guarda al passato per parlare del nostro futuro”. “Non ho conosciuto zia Francesca – sono le parole della pronipote -, è morta l’anno prima che nascessi, però di lei ho sentito parlare molto. Questa intitolazione un tassello di memoria importante per evitare che noi si dimentichi”