DANIELE DE SALVO
Cronaca

Pneumologia tira un sospiro. C’è la quadra per il Mandic

Merate, i pazienti di Terapia subintensiva saranno ricoverati in Rianimazione. La soddisfazione dei sindaci: "Apprezziamo la risposta data ai pazienti".

Pneumologia tira un sospiro. C’è la quadra per il Mandic

Pneumologia tira un sospiro. C’è la quadra per il Mandic

Non tutto il male viene per nuocere. Dalla chiusura dei sei posti letto dell’unità di Terapia subintensiva della Pneumologia dell’ospedale di Merate - reparto gestito dagli operatori dell’Inrca di Casatenovo, che dipendono da Regione Marche –, dovuta alla carenza di infermieri, è nata una collaborazione ancora più stretta con i colleghi del San Leopoldo Mandic, dove sono ospiti. Non solo, i posti letto di degenza ordinaria in Pneumologia, che prima erano 16, sono saliti a 20 ed è stata istituita la reperibilità sia notturna, sia durante i fine settimana degli pneumologi a beneficio di tutti i pazienti, mentre prima non erano in servizio la notte e i week-end. I pazienti più gravi, che soffrono ad esempio di patologie neuromuscolari, distrofie e altre sindromi, e che sono rimasti “orfani“ della Terapia subintensiva verranno ricoverati in Rianimazione e saranno assistiti dagli operatori sanitari di entrambi i reparti. A trovare la soluzione, che non scontenta nessuno, ma anzi valorizza tutti, sono stati il direttore generale dell’Asst di Lecco, Marco Trivelli, con la sua direttrice sanitaria Alessandra Grappiolo e i primari di Pneumologia Daniele Colombo e di Rianimazione Davide Guzzon.

"Non c’è distinzione di casacca tra noi e i colleghi dell’Inrca – sottolinea il dg -. Vogliamo semmai spingere la collaborazione ancora oltre". "I pazienti di Pneumologia che verranno ricoverato in Rianimazione saranno affiancati anche dai loro caregiver – aggiunge Alessandra Grappiolo – Vogliamo farci carico di tutti gli aspetti che riguardano i pazienti". "Il nostro problema, purtroppo è ricaduto sui colleghi dell’Asst che ringraziamo per l’aiuto – ammette Daniele Colombo -. Purtroppo non siamo in grado di compensare gli infermieri che non ci sono. Contiamo di ripristinare quanto prima l’assetto precedente".

"I pazienti di Subintensiva rientrano già nei nostri compiti – commenta Davide Guzzon -. Per noi però questa è un’opportunità di crescita". Soddisfatto Fabio Vergani, sindaco di Imbersago a nome dei colleghi: "Apprezziamo la risposta a questa situazione, l’importante è rispondere ai pazienti".