ANDREA MORLEO
Cronaca

Ponte Morandi di Genova, uno dei progetti per la ricostruzione viene dal Lecchese

Due luoghi accumunati da due tragedie, diverse solo nelle proporzioni ma del tutto simili nelle ferite e nello sdegno che hanno lasciato dietro di sé

Il pool di professionisti e il plastico

Lecco, 14 novembre 2018 - L'hanno chiamato il “Ponte del cuore” forse anche perché Lecco e Genova sono accomunate da due tragedie, diverse solo nelle proporzioni ma del tutto simili nelle ferite e nello sdegno che hanno lasciato dietro di sé. E così non deve stupire troppo se tra le primissime bozze di un nuovo ponte che andasse a sostituire il viadotto del Polcevera crollato il 14 agosto scorso, ci sia quella uscita dalla matita di un ingegnere - Giorgio De Cani - della provincia di Lecco, dove il 28 ottobre 2016 a sbriciolarsi era stata una parte del cavalcavia di Annone Brianza, sulla carreggiata nord della super 36. Quello schizzo messo giù sull’onda emotiva di quei giorni è diventata prima una sfida ora un progetto vero e proprio (tra questi anche quello dell’archistar Renzo Piano, genovese doc) «che abbiamo presentato nei giorni scorsi a Genova allo staff del sindaco Marco Bucci, il sindaco della città portuale nominato dal Governo commissario straordinario alla ricostruzione». A raccontarlo è Danilo Marchetti, ingegnere aerospaziale e tra i professionisti coinvolti da De Cani «in un progetto a più mani che innanzitutto vuole essere un contributo alla ricostruzione nel quale si vuole riaffermare il made in Italy, che non significa solo buona cucina e lusso ma anche il saper fare e il nostro know-how nel campo dell’ingegneria che è rinomato in tutto il mondo».

Orgoglio ingegneristico che ha portato il pool di esperti a utilizzare le tecnologie più innovative «come ad esempio la tecnica con cui abbiamo progettato i piloni in acciaio con all’interno il calcestruzzo - spiega Marchetti -, che peraltro cosente un notevole risparmio nei costi». Tra i professionisti coinvolti nell’avventura dall’ingegner De Cani ci sono anche l’architetto Tiziano Corti e l’ingegnere meccanico Gian Carlo Cerveglieri, consigliere dell’Ordine provinciale, nonché presidente e co-fondatore Energy Engineering srl e WindUp, quest’ultima società che punta sull’eolico per creare energia. Nel team anche l'ingener Oscar Michelini, l'architetto Angelo Terenzio Valentino e Giacomo Furlan, esperto grafico. È proprio questo aspetto che forse è la cifra vera del progetto. «Tutto è partito dalla turbina ad asse verticale che abbiamo sviluppato e il cui primo prototipo, dipinto di rosso, è ancora esposto alla sede cittadina del Politecnico». Da quel prototipo si è preso spunto per inserire nel progetto le turbine come naturale prolungamento dei piloni sopra l’asse viario principale «per dare un effetto estetico all’intero progetto - specifica Marchetti -. Avranno un bassissimo impatto ambientale ma soprattutto potranno produrre centomila kilowatt/ora all’anno». Quelle turbine saranno in tutto 43 e non a caso. «Ci ricorderanno ogni giorno il numero di persone che hanno perso la propria vita in quel crollo».