Per rimettere a nuovo e rinforzare il San Michele scongiurando che crollasse sono stati investiti 20 milioni di euro e durante i lavori che sono ancora in corso il ponte è rimasto chiuso per 2 anni. Nonostante il mucchio di soldi e gli immensi disagi pagati, ora che i treni hanno ricominciato a "correre" sullo storico viadotto che collega le province di Lecco e di Bergamo, la situazione per i pendolari non solo non è migliorata, ma è addirittura peggiorata. Lo certificano nero su bianco i sindaci di Paderno Gianpalo Torchio, di Robbiate, Daniele Villa, Michele Pellegrina di Calusco d’Adda, GianlucaSala di Terno d’Isola e di Ponte San Pietro Marzio Zirafa.
"La nuova rimodulazione degli orari a giudizio di studenti e pendolari risulta peggiorativa addirittura rispetto al servizio che era presente sulla linea prima della chiusura del ponte San Michele", scrivono in una lettera indirizzata ai dirigenti di Trenord ed Rfi e per copia conoscenza all’assessore regionale a Infrastrutture, trasporti e mobilità Claudia Maria Terzi, alla collega al Turismo Lara Magoni. Secondo i viaggiatori che quotidianamente si spostano sui treni della Milano – Bergamo via Carnate mancano corse di rinforzo al mattino per evitare sovraffollamenti per le ragazze e ragazzi che frequentano le superiori e anche alla sera per chi torna a casa dopo il lavoro. Con la serrata delle scuole tutto sommato se la sono cavata, ma adesso non più. "Se questa situazione ha creato disagi limitati durante la zona rossa, ora con il ritorno alla didattica in presenza e un aumento della mobilità con il passaggio alla zona arancione e poi sperabilmente gialla, diviene rilevante ristabilire collegamenti adeguati sia verso Bergamo sia verso Milano negli orari di punta anche al fine di evitare assembramenti sui vagoni", spiegano i primi cittadini. Da qui la proposta di un compromesso: "Ovvero il ritorno all’orario in vigore prima della chiusura del ponte, con i rinforzi alla mezz’ora nelle ore di punta fino a Bergamo – suggeriscono -. Questa scelta seppur non ottimale risulterebbe compatibile con le caratteristiche della linea, tanto più dopo l’intervento sul San Michele". "Sarebbe un primo passo per tornare a garantire ai cittadini un servizio che è stato loro precluso per due anni e che ancora oggi risulta insufficiente", concludono i sindaci. Anche perché il progetto del futuro nuovo ponte sostitutivo da costruire entro 15 anni non si sa più dove sia finito. Daniele De Salvo