DANIELE DE SALVO
Cronaca

Con l’addio al ponte San Michele 17mila veicoli in più: “Una situazione drammatica”

Paderno D’Adda (Lecco), l’analisi del comitato ambientalista

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Il vecchio ponte San Michele sarà sostituito da uno nuovo a doppia corsia che porterà un aumento di automobili e di camion

Paderno d’Adda (Lecco) – “Una situazione drammatica”. Sarà quella che dovranno affrontare i cittadini di Paderno d’Adda, Robbiate, Verderio e Merate con la costruzione del nuovo ponte che rimpiazzerà il vecchio San Michele tra Paderno e Calusco, che ormai, dopo quasi un secolo e mezzo di onorato servizio, ha i lustri contati perché non regge più. Con la nuova infrastruttura a doppia corsia (il San Michele è, invece, a senso unico alternato), si stima che le strade dei centri abitati saranno calcate da almeno 2mila camionisti al giorno.

Tragitti già oggi congestionati, che saranno battuti da chi si sposta tra le province di Lecco e di Bergamo da e per la Brianza. Ai camionisti si aggiungono altri 15mila automobilisti, il triplo degli attuali. “Una follia insostenibile”, denuncia Luigi Panzeri, portavoce del comitato cittadini Ponti, costituito da cittadini che stanno tentando con ogni mezzo politico e di persuasione di modificare il progetto del nuovo ponte. Molto più traffico significherà anche molto più inquinamento, in un’area dove bisogna già convivere con l’inceneritore di una cementeria, dove è stata concessa l’autorizzazione a brucare plastica, gomma, fanghi biologici di depuratori e impianti industriali.

Il tutto, tra l’altro, a ridosso di uno dei tratti più suggestivi e selvaggi dell’Adda, che custodisce scorci dipinti da Leonardo da Vinci, il suo Naviglio e l’ultimo esemplare del suo traghetto azionato dalla sola forza della corrente. “Dobbiamo spiegare chiaramente ai cittadini la situazione drammatica che aspetta tutti, se non fermiamo questo progetto, per sollecitarne la partecipazione e la mobilitazione”, è la strategia degli attivisti del comitato, che non intendono rincorrere questioni tecniche, perché sanno che ne uscirebbero sconfitti da un confronto con ingegneri e architetti.

“Sono i politici e i progettisti che devono trovare soluzioni tecniche avanzate e alternative che tengano conto soprattutto della qualità della vita dei cittadini e della salubrità del nostro territorio”, sottolineano dal comitato. Proprio per coinvolgere i cittadini sono in calendario diversi appuntamenti pubblici, che sfoceranno in un’assemblea in programma per il 24 gennaio a Verderio. Intanto, grazie al progetto del nuovo ponte, è già saltata la candidatura Unesco del San Michele, un percorso durato anni per costruire attorno alla storica struttura uno sviluppo turistico e culturale sostenibile, non certo un futuro di traffico e smog.