DANIELE DE SALVO
Cronaca

Premana, il no alla centrale rischia di costare 8 milioni

La richiesta danni presentata da una società valtellinese fa tre mare Comune, Provincia e Regione. A maggio la decisione del Tribunale

Una protesta contro la centrale

Premana (Lecco), 1 marzo 2021 - È una bolletta salatissima quella che Comune di Premana, Provincia di Lecco e Regione Lombardia rischiano di pagare per aver chiuso i rubinetti a una nuova centrale idroelettrica che avrebbe prosciugato il torrente Fraina e provocato un vero e proprio terremoto in tutta la valle. I vertici della società energetica "Energia futuro" di Sondrio a cui è stato vietato l’intervento hanno infatti presentato un conto da quasi 8 milioni di euro.

Saranno i giudici del Tribunale superiore delle Acque pubbliche a cui si sono appellati i manager della srl valtellinese con un ricorso per un risarcimento danni da 7 milioni 991mila euro a decidere: l’udienza è stata fissata per il 26 maggio. "Speravo questa estenuante e lunga partita fosse finalmente chiusa", ha commentato il sindaco Elide Codega, che ha ereditato il caso dai suoi precedessori. La richiesta della concessione per sfruttare con una derivazione il torrente Fraina per realizzare un piccolo impianto idroelettrico risale infatti al 2007. Grazie alla mobilitazione generale degli attivisti di Legambiente e Wwf e soprattutto degli alpigiani dell’associazione Alpe Rasga che lì abitano e lavorano la pratica inizialmente approvata lo scorso novembre è stata cassata, in base anche alla normativa che impedisce interventi analoghi dove si sono verificati dissesti come una frana che in passato ha sconvolto quella porzione di territorio per il pericolo di innescare altri smottamenti. Il progetto si basava tra l’altro sugli incassi degli incentivi previsti piuttosto che sulla vendita della poca energia che sarebbe stata prodotta.

"Non dobbiamo abbassare la guarda, bisogna rimanere vigili, potrebbe non essere ancora finita", aveva tuttavia avvertito smorzando i facili entusiasmi il portavoce degli alpigiani Roberto Tenderini. Il calcolo dei danni è conteggiato dal 2016, quando la minicentrale avrebbe potuto entrare in funzione se mai realizzata. Si tratta di un precedente pericoloso, perché ci cono altre concessioni simili.