DANIELE DE SALVO
Cronaca

Presidio contro il saluto ai repubblichini

Prima gli antifascisti, davanti al monumento alla memoria di quasi cento cadute e caduti lecchesi della lotta di liberazione....

Prima gli antifascisti, davanti al monumento alla memoria di quasi cento cadute e caduti lecchesi della lotta di liberazione....

Prima gli antifascisti, davanti al monumento alla memoria di quasi cento cadute e caduti lecchesi della lotta di liberazione....

Prima gli antifascisti, davanti al monumento alla memoria di quasi cento cadute e caduti lecchesi della lotta di liberazione. Subito dopo i camerati, come si sono definiti loro, sotto la targa affissa fuori dallo stadio comunale che ricorda i sedici ufficiali e sottufficiali delle brigate nere Leonessa e Perugia fucilati il 28 aprile 1945 per aver attaccato e ucciso a tradimento alcuni partigiani fingendo la resa.

A tre giorni dell’ottantesimo anniversario della Liberazione dai nazifascisti, ieri pomeriggio, nonostante lo scarso preavviso, quasi in trecento hanno riposto all’appello degli attivisti dell’Anpi provinciale di Lecco e partecipato ad un presidio antifascista: oltre ai sostenitori dell’Anpi lecchese, i delegati e il presidente dell’Anpi di Como Manuel Guzzon, il sindaco Mauro Gattinoni con diversi amministratori locali e il gonfalone di Lecco città medaglia d’argento al valor militare per la Resistenza, esponenti e militanti del cosiddetto campo largo, sindacalisti, volontari di associazioni, soprattutto tanti cittadini comuni e diversi giovani.

"Un presidio davanti a questo monumento ai Caduti della Resistenza – spiega Enrico Avagnina, presidente dell’Anpi lecchese – è la risposta al rituale che si ripete ogni anno di alcuni nostalgici, che, con il pretesto del lutto per 16 repubblichini uccisi, perpetuano atteggiamenti, usanze gestualità che sono apologia del fascismo". Vale a dire il saluto romano e affini. Come appunto poi successo durante la successiva fiaccolata e adunata convocata da neofascisti e simpatizzati dell’estrema destra.

A dividere gli antifascisti dai camerati, in netta minoranza, un imponente cordone di sicurezza di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa.

D.D.S.