È come se Alessandro Manzoni fosse tornato a casa, nella sua villa dove ha trascorso l’infanzia e la giovinezza e nella città dei suoi Promessi sposi. In occasione delle celebrazioni per il 150° della morte di Manzoni, ai lecchesi e a tutti i visitatori di Villa Manzoni – l’ex dimora di famiglia del Sommo ora trasformata in museo a lui dedicato –, è stata regalata una Ventisettana, cioè la prima versione originale de I promessi sposi con tanto di dedica dell’autore.
Si tratta di tre volumi stampati i primi due nel 1825, l’ultimo nel 1826: costituiscono appunto la versione Ventisettana dei Promessi sposi, ovvero la prima assoluta pubblicata nel 1927, che precede la cosiddetta Quarantana definitiva, riveduta e corretta edita tra il 1840 e il ‘42, dopo il viaggio di Manzoni a Firenze per "risciacquare i panni in Arno". I mecenati sono i tre fratelli Alberto, Annalisa e Ugo Barzanò, il primo docente universitario alla Cattolica di Milano, Annalisa musicologa e Ugo un ingegnere.
È arrivata loro di generazione in generazione da Ernesta Legnani Bisi pittrice e incisore scomparsa nel 1859 all’età di 71 anni, autrice di un ritratto di famiglia di Alessandro Manzoni, con la mamma Giulia Beccaria e la sua prima moglie Enrichetta Blondel. Il disegno è conservato in Casa Manzoni a Milano. A consegnare la preziosa Ventisettana è stato a nome anche dei fratelli Alberto Barzanò: "Siamo molto legati a Lecco, per questo l’abbiamo scelto per regalare e custodire l’edizione che ci è stata lasciata da nostra madre Cecilia mancata di recente all’età di 93 anni – racconta Alberto –. A Lecco c’erano i nostri zii che avevano una cartoleria dove andavamo da bambini". E poi a Lecco c’è anche l’amica Barbara Cattaneo, ex direttrice scientifica delle gallerie d’arte del Sistema museale lecchese, di cui fa parte anche Villa Manzoni. D.D.S.