Punto nascita chiuso: sindaci in prima linea a difesa dell’ospedale di Merate

Chiesto un confronto con l’Asst per definire il futuro del San Leopoldo Mendic e salvare i servizi rimasti

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Il sindaco di Merate Mattia Salvioni

Merate (Lecco) – I sindaci del Meratese tendono la mano al direttore generale della sanità pubblica provinciale per definire insieme il futuro dell’ospedale di Merate. Non è solo un’offerta di collaborazione, è una richiesta, anzi una pretesa, ognuno per le proprie competenze, perché i primi responsabili della sanità pubblica sul territorio sono loro.

Dopo aver chiesto conto e analizzato il caso della mamma di 33 anni che due settimane fa ha perso il figlio all’ottavo mese di gravidanza, dopo essere stata trasferita d’urgenza dal San Leopoldo Mandic a quello di Lecco, perché al nosocomio brianzolo è stato chiuso il Punto nascita e mancano ginecologi, ostetriche e specialisti di guardia che possano effettuare parti d’urgenza, i primi cittadini hanno rinnovato la disponibilità a continuare a confrontarsi con Marco Trivelli, dg dell’Asst lecchese, cui il presidio di Merate fa capo.

“In maniera unitaria rinnoviamo la nostra disponibilità a continuare il percorso di dialogo per costruire l’ospedale del futuro – spiega Mattia Salvioni, sindaco di Merate, a nome per conto di tutti i colleghi di Meratese e Casatese –. Vogliamo garantire il nostro supporto nella scrittura e nella definizione di quello che deve essere il nostro ospedale”. Dietro le dichiarazioni e i toni concilianti, si cela appunto la determinazione a essere della partita per la redazione del Poas, il Piano organizzativo aziendale strategico, in cui vengono delineati dipartimenti, reparti, ambulatori, servizi, dotazioni umane e strumentali, investimenti di ciascun ospedale. L’obiettivo è impedire altre chiusure e riduzioni di servizi, come successo per il Punto nascita, la Psichiatria, l’Oculistica, l’Urologia, la Chirurgia pediatrica e un’altra lunga serie di strutture e specialità. Tra le ulteriori serrate da evitare c’è il declassamento del reparto di Ginecologia da struttura complessa, un reparto autonomo appunto, a semplice: una succursale subordinata all’ospedale di Lecco.

“Chiediamo inoltre massima chiarezza sul quelle che sono le potenzialità e le peculiarità di oggi dell’ospedale di Merate”, aggiunge Mattia Salvioni, proprio per rimarcare che quello che è rimasto all’ospedale di Merate non deve assolutamente essere toccato né messo in discussione, tanto meno sacrificato per garantire il funzionamento dell’ospedale di Lecco.