DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lecco, fiaccolata per i 16 repubblichini fucilati: l’Anpi risponde con un presidio antifascista

Non meglio precisati “camerati” hanno chiamato a raccolta nostalgici e neofascisti allo stadio dove una lapide ricorda l’esecuzione degli ufficiali della Rsi avvenuta proprio il 28 aprile 1945. La Città Medaglia d'argento alla Resistenza si ribella

La targa per i repubblichini uccisi

La targa per i repubblichini uccisi

Lecco, 27 aprile 2025 - Lecco come Dongo, dove quest'oggi un centinaio di neofascisti si sono radunati per commemorare 15 gerarchi, in fuga verso la Svizzera con il Duce, fucilati il 28 aprile 1945. Non meglio specificati “camerati” hanno chiamato a raccolta nostalgici e neofascisti per una fiaccolata in ricordo dei 16 repubblichini delle brigate nere Leonessa e Perugia che, sempre quel giorno vennero fucilati dai partigiani a Lecco.

Erano stati processati e condannati a morte per aver ucciso a tradimento alcuni combattenti della Resistenza dopo che avevano invece esposto la bandiera bianca per arrendersi. “1945 – 2025, Lecco non dimentica”, recitano manifesti affissi nella città Medaglia d'argento al valori militare per il contributo proprio alla Resistenza. Poi il programma: “lunedì fiaccolata e ricordo”. L'adunata è in programma per le 19.45, in via Cantarelli, dove sul muro del settore distinti dello stadio Rigamonti-Ceppi una targa ricorda la fucilazione dei repubblichini.

La reazione

“Sono comparsi in città manifesti che invitano a una fiaccolata in ricordo di caduti della Repubblica Sociale – denunciano Alberto Anghileri, Daniele Blaseotto Emanuele Manzoni e Lorenzo Vassena, consiglieri comunali di Alleanza Verdi e Sinistra -. Si tratta di un gruppo di fascisti che uccisero alcuni partigiani a tradimento dopo aver esposto la bandiera bianca e che per questo vennero condannati a morte e fucilati. Il volantino è firmato da ''I camerati'' e i simboli raffigurati fanno chiaramente riferimento al regime fascista.

Se il rispetto dei morti non si nega a nessuno non si può non ricordare che si tratta di persone che furono parte di un regime illiberale che uccise persone innocenti, si macchiò della vergogna delle leggi razziali, ci trascinò in una guerra assurda alleandosi con i nazisti e chiuse partiti politici e sindacati”.

Perplessità anche su come sia stato possibile autorizzare una simile manifestazione, durante la quale in passato i partecipanti si sono esibiti nel “presente”, il saluto romano “L’apologia del fascismo è reato, è come tale va trattata – proseguono i consiglieri -. Come detto, rispetto per i morti, ma soprattutto rispetto per chi ha lottato dalla parte giusta della storia, per la libertà e la democrazia. Non usiamola per organizzare simili momenti, che di democratico hanno ben poco. La città di Lecco, medaglia d’argento al valor militare per la lotta partigiana, ha già risposto con la straordinaria partecipazione alle celebrazioni del 25 aprile”.

La contromanifestazione

Gli attivisti dell'Anpi propongono una contromanifestazione a partire dalle 18.30. “Un sedicente gruppo di camerati, che si vergognano pure loro di metterci la faccia, ha indetto una fiaccolata per ricordare la morte di 16 militi delle Brigate nere avvenuta subiti dopo la liberazione dal nazifascismo – è l'appello che arriva dall'Anpi provinciale di Lecco -. Consapevoli per episodi del passato che queste manifestazioni sfociano in comportamenti inquadrabili nel reato di apologia del fascismo, abbiamo chiesto di vietare quella che si configura come un'offesa alla Città di Lecco, Medaglia d'argento al valore militare per la sua lotta di Resistenza partighiaana: non possiamo accettare questo affronto, mai, ma ancor più a ridosso del 25 aprile! Le cittadini e i cittadini, le forze politiche, le organizzazioni sindacali e le associazioni sono invitate a manifestare con noi il loro sdegno!”.

La targa

Dove i repubblichini sono stati fucilati è esposta una targa. “In questo luogo il 28 aprile 1945 avvenne la fucilazione di 16 ufficiali e sottufficiali della Repubblica sociale italiana, gruppo corazzato Leonessa e del battaglione Perugia, decisa dal tribunale di guerra del Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia a seguito del comportamento tenuto dagli stessi il giorno precedente, nella cosiddetta battaglia di via Como a Lecco”.

La targa attuale ha sostituito la targa originale, che riportava i nomi dei repubblichini e la dicitura: “L'offerta della loro vita sia di monito contro ogni risorgere dell'odio fratricida”. Una targa, quella originale, più volte imbrattata e rubata.

L'episodio è stato a lungo dibattuto: secondo i neofascisti, al termine di una lunga battaglia, i repubblichini in ritirata e ormai sconfitti, si arresero e alzarono bandiera bianca, ma alcuni che non sapevano della resa uccisero dei partigiani. Di diverso avviso invece sia i partigiani dell'epoca, sia diversi storici.