Sottratto al degrado, dopo tre anni di lavori. Bergamo si riappropria di uno dei suoi luoghi più rappresentativi, il chiostro minore di Sant’Agostino, in Città Alta. Dal 2015, quando l’ex chiesa del complesso monastico è diventata l’Aula Magna dell’Università, è stato un susseguirsi di interventi per completare la riqualificazione della struttura, frutto della collaborazione tra Università e Comune, proprietario quest’ultimo del complesso, dato in affitto all’ateneo. Prima il restauro delle cappelle dell’ex chiesa, poi la decisione di trasformare il cortile del chiostro grande in un prato, ora il restauro delle facciate del chiostro maggiore e il recupero di quello minore. Obiettivo di quest’ultimo intervento è quello di avere nuovi spazi per l’ateneo cittadino: aule, uffici per i docenti, un’ampia caffetteria affacciata sul Parco Sant’Agostino, e l’ampliamento della biblioteca del polo umanistico, reso possibile grazie alla chiusura del loggiato al primo piano.
"Si è trattato di un restauro conservativo - sottolinea il soprintendente Luca Rinaldi -, il meno invasivo possibile, le tracce del tempo e delle successive stratificazioni sono state volutamente mantenute. Sui muri quel che resta di secoli di storia, rinvenuti dopo che dalle pareti sono stati rimossi diversi strati di pittura. Dalle tracce più antiche di affreschi cinque-secenteschi sino alle scritte lasciate dai militari quando il convento divenne caserma. Tutto è stato conservato, a rammentare come la storia di questo complesso monastico sia fatta di errori, ferite, oltraggi e ripartenze. Un tipo di approccio ai beni culturali che sarebbe bello poter replicare nel Paese". Dal rettore Sergio Cavalieri, invece, arriva un grazie ai suoi predecessori, Stefano Paleari e Remo Morzenti Pellegrini, che hanno reso possibile il recupero del complesso nella sua interezza, e al Comune, con il quale l’Università porta avanti da vent’anni una proficua collaborazione".
"Il ruolo dell’ateneo - sottolinea il sindaco Giorgio Gori - è stato fondamentale per il recupero di alcuni dei principali contenitori storici della città: il collegio Baroni e i palazzi di via Salvecchio e Rosate, sedi di rettorato e dipartimenti umanistici".