di Stefania Totaro
Pene fino a 4 anni e 8 mesi di reclusione, tra patteggiamenti e condanne in abbreviato, per i ragazzi dediti alle estorsioni per fare la bella vita, tra cui anche ricatti a luci rosse in cui sono rimasti coinvolti due sacerdoti. Uno di loro, un parroco della Bergamasca, aveva chiesto il risarcimento dei danni morali, che però non è stato liquidato dalla giudice. Questa la sentenza della gup del Tribunale di Monza Federica Centonze per le 6 richieste di patteggiamento e le 3 richieste di condanna in abbreviato a pene fino a 5 anni di reclusione. La pena più alta, 4 anni e 8 mesi, è stata patteggiata da Norberto F.B., 24 anni, di Missaglia, mentre a 4 anni è stato condannato in abbreviato Fernando S., un 58enne di Casatenovo, ma di fatto senza fissa dimora tanto che è l’unico ad essere ancora detenuto in carcere mentre gli altri hanno ottenuto gli arresti domiciliari. La pena più bassa è di 2 anni con la condizionale.
Sotto accusa una serie di estorsioni, anche ai danni di due preti, uno della Brianza Vimercatese e uno della Bergamasca, intercettati attraverso una chat erotica e sorpresi durante gli incontri con ragazzi, che si fingevano minorenni per incutere ancora più terrore nelle loro vittime. Bottino complessivo 16mila euro sborsati dai due sacerdoti. Il prete della provincia di Bergamo ha sporto denuncia, portando i militari a una prima serie di arresti un anno fa in Romagna, dove i presunti estortori si erano recati a spendere i soldi raccolti in serate in discoteca, champagne e auto di lusso. Il prete del Vimercatese, invece, per la paura non ha denunciato l’estorsione e ha preferito cambiare parrocchia, auto e numero di telefono per fare perdere le proprie tracce. Tra le vittime anche una mamma 53enne del Vimercatese che voleva comprare la patente di guida al figlio e ha finito per sborsare 80mila euro perché credeva di essere caduta nelle grinfie di una banda legata alla criminalità di stampo mafioso.
Invece gli estorsori erano un gruppo di ragazzi che ora hanno tra i 20 e i 24 anni, quasi tutti residenti in provincia di Lecco e uno a Bernareggio. I giovanotti si facevano aiutare anche dal 58enne e da un 42enne di Viganò, anche loro raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere lo scorso gennaio.
Per ottenere una pena più lieve tutti gli imputati, tranne il 58enne, hanno risarcito alle vittime delle estorsioni che si sono costituite parti civili il danno patrimoniale pari al denaro che erano riusciti a spillare. Il parroco della Bergamasca aveva chiesto anche il risarcimento del danno morale. Il suo difensore, nominato dalla Curia, ha sostenuto che il sacerdote è talmente provato psicologicamente dalla vicenda da avere dovuto abbandonare l’insegnamento. La giudice nella sentenza ha però solo condannato il 58enne a pagare il relativo danno patrimoniale e ha liquidato le spese legali. Quindi per l’eventuale danno morale il parroco dovrà fare causa civile.