Un passo indietro, per spingere i sindaci a uno avanti, verso l’unità, per il bene del Parco della Valcurone. A compiere un passo indietro è Marco Molgora, 64 anni, due volte sindaco di Osnago, consigliere e capogruppo provinciale di Como, consigliere e vicepresidente del consiglio provinciale di Lecco, assessore della Provincia di Lecco, presidente del cda di Seruso che è la municipalizzata dell’immondizia riciclabile, componente del cda di Silea e, dal 2019, presidente del parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, ruolo quest’ultimo che ha ricoperto fino a ieri, prima di dimettersi a meno di una settimana dalla scadenza del mandato. "Il 2 dicembre i sindaci dovranno eleggere il nuovo presidente – spiega -. Un normale passaggio è diventato uno scontro politico e partitico, aspro e pericoloso".
Da una parte c’è, o meglio c’era, Molgora, sostenuto dagli amministratori comunali di aria riformista. Dall’altra c’è Giovanni Zarrdoni, responsabile delle guardie ecologiche volontarie, sponsorizzato dai primi cittadini di centrodestra, dalla presidente della Provincia e dai segretari dei partiti di area. Non era mai successo un tentativo di lottizzazione politica del Parco del Curone. Lo scontro potrebbe portare a un’impasse: sindaci e presidente provinciale di centrodestra valgono la maggioranza, ma i sindaci di centrosinistra hanno i numeri per boicottare l’elezione. "Occorre una soluzione condivisa rispettosa dei valori del Parco - prosegue l’ormai ex presidente, che è sempre stato appoggiato da tutti -. Una delle ragioni di tensione è la mia ricandidatura, quindi voglio togliere subito dal tavolo questo tema". D.D.S.