Lecco, 2 gennaio 2025 – Per alcuni il piccolo borgo di Bobbio, nel Piacentino, visto da Castello Malaspina dal Verme. Per altri Laterina, in provincia di Arezzo. Per altri ancora invece il lago di Como, le montagne lecchesi e alcuni scorci della valle dell’Adda.
Un mistero, quello dello sfondo della Gioconda, pari almeno a quello sull’identità della Monna Lisa, che arrovella da più di cinque secoli i massimi esperti delle più disparate discipline di tutto il mondo: storici, critici d’arte, ma anche geografi, geologi, botanici, matematici, ognuno dei quali ambisce a riconoscere i luoghi raffigurati da Leonardo da Vinci da un tratto di pennellata a olio, dalla sagome di una roccia, dal profilo dell’acqua, dalle piante dipinte, dalle proporzioni di un territorio.
Il territorio amato dal genio
Per cercare di risolvere una volta per tutte uno dei più grandi enigmi della storia dell’arte, racchiusi in quella tavola di pioppo alta 77 centimetri, larga 53 e spessa meno di 2, realizzata tra il 1503 e il 1506 – la star del Louvre dove è conservata – scendono ora in campo anche dal Parco Adda Nord, i custodi di un territorio che Da Vinci ha avuto modo di visitare e studiare in lungo e in largo durante la sua permanenza alla corte degli Sforza a Milano tra il 1482 e il 1499.
Un periodo fondamentale in cui Leonardo ha sviluppato alcune delle idee più sorprendenti, come il traghetto che funziona con la sola forza della corrente e il Naviglio, con il suo complesso sistema di chiuse e conche per collegare il lago di Como a Milano, e durante il quale ha realizzato pure la Vergine delle rocce.
Lo studioso incaricato
Per riuscire dove altri hanno fallito, hanno reclutato Luca Tomìo, un pezzo da novanta. Classe 1970, è uno storico e teorico dell’arte considerato una delle massime autorità su Leonardo da Vinci, su cui ha condotto diversi studi e scritto varie pubblicazioni. “Già in occasione dei 40 anni del Parco Adda Nord si è iniziato lo studio sulla localizzazione dello sfondo della Monna Lisa di Leonardo da Vinci nell’ambito di una più ampia iniziativa della Città Metropolitana di Milano – spiega Ignazio Ravasi, componente del Consiglio di gestione del Parco Adda Nord, che si estende lungo l’Adda in quattro province e 35 paesi -. È emerso che esiste un territorio visitato da Leonardo sino ad ora non considerato e che ad esempio comprende Lecco, con il Ponte vecchio, il Resegone e la Grigna. Ci sono interessanti spunti che portano a ritenere che i paesaggi riprodotti nello sfondo del celebre dipinto di Leonardo che ritrae la Gioconda, siano riconducibili proprio alle montagne e ai laghi lecchesi”.
Laghi e rocce calcaree
Non solo il lago di Como quindi, ma anche quello di Garlate e di Olginate. Oltre agli elementi ritratti, ci sarebbero inoltre le inconfondibili rocce calcaree a indicare che alle spalle di Monna Lisa si trovi il territorio di Lecco. L’incarico a Luca Tomìo non costa un centesimo ai contribuenti, perché è a titolo gratuito. Eventualmente gli verrà garantita la pubblicazione delle sue ricerche.
Ma forse il fascino di Monna Lisa, oltre al suo enigmatico sguardo che sembra non distogliere mai da chi la guarda, sta proprio nei misteri che continua a serbare, compreso quello sfondo quasi caotico che potrebbe essere uno, nessuno e centomila luoghi.