DANIELE DE SALVO
Cronaca

I sindaci vogliono guarire il Mandic, vertice con la direzione di Asst: “Servono garanzie sulle urgenze”

Merate, il caso della mamma che ha perso il bimbo all’ottavo mese di gravidanza ha accelerato il confronto

L'ospedale Leopoldo Mandic di Merate

I primi cittadini del Meratese domani incontreranno i vertici di Asst Lecco per discutere il futuro dell’ospedale

Merate (Lecco), 3 settembre 2024 –  Faccia a faccia tra i sindaci del Meratese e i dirigenti della sanità pubblica provinciale sulle sorti dell’ospedale di Merate e dei suoi pazienti.

Dopo la dolorosa vicenda di una mamma di 33 anni che due settimane fa, per un distacco massivo di placenta, ha perso il bimbo che portava in grembo all’ottavo mese di gravidanza e che è stata trasferita d’urgenza all’Alessandro Manzoni di Lecco, poiché al San Leopoldo Mandic dove si era rivolta il Punto nascita è stato chiuso a maggio, i primi cittadini hanno chiesto un incontro a Marco Trivelli, direttore generale dell’Asst di Lecco, cui fa capo il presidio brianzolo.

L’appuntamento è per domani: oltre al dg e ai suoi collaboratori, ci saranno pure i medici e gli operatori sanitari che si sono occupati della 33enne, salvando la vita almeno a lei, perché se non l’avessero trasferita in sicurezza nel più attrezzato nosocomio del capolugo a tempo di record, sarebbe morta dissanguata per una emorragia interna, sebbene non abbiamo potuto nulla per il suo bimbo che molto probabilmente aveva già smesso di vivere. Il sindaco di Merate Mattia Salvioni, che guiderà la delegazione di amministratori locali insieme ai colleghi di Casatenovo Filippo Galbiati e di Imbersago Fabio Vergani, sostiene che quanto accaduto sia un “caso sentinella”, perché, indipendentemente dall’episodio specifico, gestito in maniera ottimale, potrebbe evidenziare sia l’eccessivo depauperamento dell’ospedale di Merate, sia l’opportunità di possibili migliorie nei protocolli elaborati per assistere i pazienti più gravi che necessitano di specialisti e apparecchiature diagnostiche e cliniche che al San Leopoldo Mandic non sono presenti.

Per questo i sindaci, in vista del vertice di mercoledì, hanno inviato preliminarmente a Marco Trivelli, un documento con cui infatti tra il resto chiedono conto proprio delle “formali procedure per la gestione di casi acuti complessi e patologie tempo dipendenti che afferiscono al Pronto Soccorso dell’ospedale di Merate, per i quali non è dotato delle risorse per un trattamento definitivo e completo”.

Più che a volersi occupare delle scelte prettamente tecniche e gestionali, i primi cittadini puntano tuttavia in generale a ottenere garanzie certe che il San Leopoldo Mandic non verrà ulteriormente ridimensionato né svuotato.

Altrimenti 120mila cittadini che vivono in una delle aree più importanti e produttive della Brianza, rischiano di restare senza un presidio sanitario dove essere curari e assistiti gratuitamente, specialmente i più fragili che non hanno possibilità di spostamento ed economiche. Un tema su cui si discute da tempo, ma che è drammaticamente tornato d’attualità nei giorni scorsi dopo l’incidente che ha coinvolto la madre che si era rivolta al Punto nascita del Mandic.