DANIELE DE SALVO
Cronaca

Comune di Lecco, un portale per denunce anonime: “Obiettivo corruzione zero”

In città non sono mancati i casi di tangenti come emerso nell’inchiesta Metastasi che ha fatto luce su una “zona grigia” tra politica e ‘ndrangheta

Mario Spoto, segretario generale del Comune di Lecco

Lecco, 6 settembre 2023 – Un portale internet per soffiate, anche anonime, contro i corrotti o presunti tali tra le fila del Comune di Lecco.

È a disposizione di tutti: cittadini, dipendenti municipali, collaboratori, fornitori, affinché chiunque possa segnalare eventuali casi di mazzette e favoritismi che si dovessero verificare in Municipio.

Si tratta di una piattaforma informatica attivata nell’ambito del progetto Whistleblowing, promosso dagli operatori dell’associazione anti-corruzione Transparency International Italia e gli informatici della startup Whistleblowing Solutions: permette di inviare segnalazioni di illeciti di cui si è venuti a conoscenza in maniera sicura e confidenziale.

“Tra le caratteristiche la possibilità di inoltrare denunce anonime, ma anche di dialogare, senza svelare la propria identità, col responsabile della prevenzione della corruzione”, spiega il segretario generale Mario Spoto, responsabile dell’anti-corruzione. Il sito è comunedilecco.whistleblowing.it. Semplice e intuitivo: si può indicare se la segnalazione riguarda l’amministrazione comunale o una società partecipata, quale ruolo generico si rivesta ammesso che si abbia qualche ruolo e non si sia utenti, se siano già stati informate le forze dell’ordine o i magistrati di quanto si intende denunciare, e tutta una serie di informazioni obbligatorie, utili per circostanziare le possibili situazioni di illegalità commesse da colletti bianchi e manager pubblici.

Al termine della procedura è rilasciato un codice utile a seguire l’iter della pratica. È uno degli strumenti anti-corruzione in Comune, dove è stato elaborato un corposo Piano per la prevenzione della corruzione.

In città non sono mancati episodi di bustarelle, un ex consigliere comunale è stato condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso e nell’inchiesta “Metastasi”: i pm della Dda hanno certificato una "zona grigia" di contatto tra politici, picciotti  e imprenditori.