
Da sinistra: il capitano Giovanni Casamassima il procuratore capo Domenico Ezio Basso e il colonnello Nicola Melidonis
Lei, eroinomane di 35 anni, con il volto irrimediabilmente deturpato, ridotto ad una maschera di sangue. Il suo amico, di 40 anni, a terra in un coma da cui si è risvegliato solo un mese e mezzo più tardi. La loro colpa? Qualche grammo di cocaina rubato quella della trentacinquenne, sfregiata con cocci di vetro di una bottiglia di birra. Aver difeso l’amica invece quella del quarantenne, mandato ko con un pugno in faccia in seguito al quale è caduto e si è spaccato la testa contro l’asfalto. Ora sta meglio, ma non tornerà mai più lo stesso di prima.
Ad aggredire entrambi, "il Biondo", un italomarocchino di seconda generazione di 22 anni di Costa Masnaga. Dietro l’aggressione, avvenuta il 16 luglio scorso, un vero e proprio monito per tutti gli altri consumatori di droga, un vasto giro di spaccio nel boschi della droga della Brianza, tra Nibionno, Costa, Rogeno, Colle, Garbagnate Monastero. Lo hanno scoperto i carabinieri del Nucleo operativo di Merate in sette mesi di indagini serratissime, in seguito alle quali hanno arrestato quattro spacciatori, tra cui "il Biondo", che hanno tra i 22 e i 41 anni. Altri due sono invece latitanti, uno è scappato in Spagna, l’altro probabilmente è ancora in zona. Al comando c’era il più anziano. Un’organizzazione quasi militare la loro: auto a noleggio intestate a prestanome per spostarsi, turni H24 per presidiare le piazze di spaccio, machete e coltelli per difendersi, vedette, approvvigionamento continuo di cibo, acqua e droga per tenere aperto giorno e notte il bazar della spaccio, "corte marziale" per i clienti che sgarravo e non pagavano.
Uno dei quattro arrestati era già in carcere, due sono stati catturati in un appartamento a Saronno e il quarto è stato fermato appunto a Costa Masnaga. "Gestivano zone di confine tra le province di Lecco, Como e Monza per attirare più compratori e si muovevano continuamente", racconta il colonnello Nicola Melidonis, comandante provinciale dei carabinieri. Nonostante i continuo spostamenti, gli investigatori dei carabinieri sono riusciti lo stesso a monitorali, con appostamenti, pedinamenti e fermano i loro clienti. "Abbiamo documentato fino a 100 episodi di spaccio al giorno, con guadagni quotidiani dai 3mila ai 5mila euro – spiega il capitano Giovanni Casamassima, comandante della compagnia di carabinieri di Merate –. Abbiamo sequestrato un chilo di droga". La droga veniva ordinata per telefono: gli acquirenti chiedevano la bianca o il latte per "prenotare" la cocaina, la nera o il caffè per l’eroina e la frutta o il fumo per l’hashish.