Il mondo dei social media ci sta abituando ad un linguaggio sempre più violento e provocatorio.
Insulti, commenti sgradevoli, sarcasmo, disprezzo, diffamazione, ipocrisia e minacce sono le virulente regole di uno stile di comunicare che purtroppo fa scuola; è il target di coloro che in gergo vengono chiamati keyword Warriors; noi italiani nella nostra lingua, non senza una punta di bonaria ironia, li abbiamo ribattezzati leoni da tastiera ma del nobile re della savana ovviamente non hanno nulla.
Secondo Eleonora Giovannini, che ha scritto un libro su come possiamo difenderci dalla ferocia di queste belve, esse rappresentano la sottospecie umana più insicura che esista: sarebbero "bestiole" infelici, vittime loro stesse del loro io malato e delle loro frustrazioni. Giocano a nascondersi vigliaccamente dietro l’anonimato del web e colpiscono a tradimento, con cattiveria inaudita chi capita, spesso senza nemmeno un vero perché.
Mentre in rete questi pusillanimi "leoni" si moltiplicano come cavallette e devastano le nostre vite, qualcuno trova consolazione nell’ineludibile volere del fato, oppure con rassegnazione liquida il fenomeno che ormai va assumendo proporzioni globali come un segno dei tempi che cambiano, altri invece si uniscono idealmente per compiere "una gloriosa rivoluzione" e far trionfare il bon ton nelle relazioni. Tra le fila di coloro che hanno deciso di contrastare l’hate speech ci sono anche gli alunni della classe 2G della secondaria di primo grado Carducci di Brescia che nell’impresa hanno trovato il supporto dell’associazione "Parole O_Stili". Il gruppo è impegnato dal 2016 in un ampio e articolato progetto di sensibilizzazione della società finalizzato a creare una Rete rispettosa e civile, attraverso la diffusione dei principi del Manifesto della comunicazione non ostile, una carta alla cui stesura ha partecipato una nutrita e prestigiosa community di linguisti, comunicatori, blogger, influencer, e che in occasione della cerimonia dell’inaugurazione dell’anno scolastico il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto premiare con la "Medaglia di Rappresentanza".
Sui banchi di scuola nelle ore di educazione civica con gli insegnanti della classe i ragazzi hanno letto "Penso, parlo, posto", hanno riflettuto e discusso a lungo sui principi del Manifesto, li hanno tradotti in inglese, in immagini e soprattutto nella loro quotidianità. In occasione dei festeggiamenti per il quarto compleanno del Manifesto lo hanno rielaborato creando una personale infografica per farlo conoscere ai loro contatti. Come segno di condivisione tutti gli alunni della classe hanno firmato spontaneamente e con fierezza il Manifesto sul sito https:paroleostili.it, impegnandosi a osservarne i principi e a promuoverli online e offline, cominciando con l’allargare la proposta di adesione ai propri familiari, ai compagni delle altre classi. Anche il collegio docenti ha aderito al manifesto.