Approda anche all’Università degli studi di Bergamo l’acampada, la protesta degli studenti effettuata piantando le proprie tende negli spazi universitari, come è stato fatto in numerosi atenei di tutto il mondo, per protestare contro i bombardamenti israeliani a Gaza. Diverse tende sono comparse nel primo pomeriggio di ieri nella sede universitaria di Sant’Agostino, in Città Alta, nel chiostro grande. La mobilitazione è stata organizzata da Unibgforpalestine, Giovani palestinesi Bergamo, CollettivaRiot, FridaysforfutureBergamo, Lep, CSA Pacì Paciana. Gli studenti hanno annunciato che resteranno accampati fino a quando il rettore accetterà le richieste contenute in tre mozioni firmate da 500 studenti nelle scorse settimane e che riguardano, si legge in un documento, la "rescissione di tutti gli accordi con l’Università di Bar Ilam, He Brew University of Jerusalem e con l’Ort Braude College". Chiedono anche lo stop degli accordi con tutte le aziende che collaborano con l’industria bellica, "come Leonardo Spa, con la quale l’Università di Bergamo ha firmato un memorandum incentivando future collaborazioni. La nostra volontà è chiara: fuori Israele dall’Università di Bergamo". Intanto ieri nella seduta del Senato Accademico, l’Università di Bergamo ha approvato all’unanimità una mozione sul conflitto in Medio Oriente con la quale "si unisce a tutti gli appelli al cessate il fuoco immediato per porre fine al conflitto, alla liberazione degli ostaggi israeliani e dei detenuti palestinesi". Con l’approvazione del testo della mozione, "che è il frutto di un dialogo instauratosi in queste settimane tra Unibg e i suoi studenti2, si legge in una nota, l’ateneo orobico si impegna fattivamente "nella raccolta di generi di prima necessità per i sopravvissuti di Gaza, nell’attivare accordi bilaterali con le università palestinesi per poter offrire mezzi per proseguire il percorso di studio tramite l’erogazione di borse di studio e corsi di didattica in remoto".