
A tracciare il positivo bilancio è Bruno Manzini presidente dell’Avis provinciale lecchese
Un fiume di sangue di quasi 13.500 litri. È il sangue donato dai donatori lecchesi dell’Avis, l’Associazione dei volontari italiani del sangue. Gli oltre 15.200 donatori dei diversi gruppo comunali del sodalizio, in un anno hanno effettuato complessivamente quasi 30mila donazioni di sangue: 25mila di sangue intero, 4mila di plasma. Sono 1.500 donazioni in più rispetto all’anno precedente. Tante, più che sufficienti per soddisfare il bisogno dei pazienti che necessitano di trasfusioni in provincia di Lecco, a cui basterebbero 12mila donazioni. Il sangue in più ovviamente non viene buttato, serve per curare pazienti di posti dove invece il sangue non è mai abbastanza: Milano soprattutto, poi il Lazio e la Sardegna. Oltre alla donazioni di sangue, crescono anche i tesserati: 1.300 nuovi donatori nel 2024, rispetto ai 1.230 nuovi donatori nel 2023 e ai 1.180 nel 2022. I donatori in provincia di Lecco sono 45 ogni mille abitanti, rispetto ai 26 ogni mille lombardi e ai 21 ogni mille italiani di media nazionale. Le donazioni nel Lecchese sono invece 87 ogni mille abitanti, quasi il doppio delle 46 ogni mille lombardi e il triplo delle 33 donazioni ogni mille abitanti di media italiana. Gli over 36 sono la maggioranza dei donatori, il 68%, gli altri sono under 35. A tracciare il bilancio è Bruno Manzini, presidente dell’Avis provinciale lecchese. "Sono risultati incoraggianti – spiega –. Aumentiamo il numero di donatori, aumentiamo l’indice di donazione e manteniamo un ottimo rapporto di donatori rispetto al numero di abitanti". Come richiesto dal Centro nazionale sangue è stata inoltre incrementata del 20% la raccolta di plasma, perché al momento a livello nazionale ne viene raccolto solo il 75% del fabbisogno. Plasma che tra l’altro in futuro potrebbe diventare prodotto di mercato, come avverte Bruno Manzini.