
Gioacchino Cataldo taglia il tonno
Lecco, 27 marzo 2016 - Gioacchino Cataldo è un omone che sfiora i due metri e pesa centocinquanta chili, pelle abbronzata e resa cartavetrata dal sale, barba incolta e soprattutto due mani che sembrano badili ma che si muovono con precisione chirurgica quando pulisce un tonno da cinquanta chili portato nella sala del Griso. Sono stati loro i protagonisti della serata organizzata mercoledì scorso al Griso da Franco Impelliccieri con l’aiuto degli amici di Malgrate coi quali Cataldo ha legami da tempo. Da una parte il tonno cucinato e declinato in molti modi per una cena fuori dagli schemi e dall’altra l’ultimo rais (il capo) della tonnara di Favignana, la Tonnara Florio, una delle più grandi del Mediterraneo che per anni ha diretto, cadenzandone i ritmi e i movimenti in un’arte antica di secoli in cui la natura e l’uomo si fondono in un tutt’uno.
Diventato personaggio per le molte apparizioni televisive, Cataldo ha incantato i presenti con i suoi racconti di mare, di isole, di uomini - i «tonnaroti» delle Egadi - che della tecnica della mattanza hanno fatto una professione dedicando una vita di fatiche e di grande rispetto per quell’animale a cui è legata indissolubilmente la loro esistenza e la cultura di tutto il Mediterraneo.