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Lecco, protesta di Ultima Generazione e Palestina Libera alla Fiocchi munizioni: “È l’azienda che fornisce più armi a Israele, basta”

Vernice rossa sull’insegna e striscioni a favore di Gaza. Secondo l’Istat negli ultimi mesi del 2023 la provincia italiana che ha spedito più materiale bellico al governo di Netanyahu è stata Lecco

Lecco, 6 maggio 2024 – Vernice rossa e lo striscione con scritto “Palestina libera”: l’ultima protesta di Ultima Generazione ha avuto luogo a Lecco dove due persone hanno imbrattato l’insegna della fabbrica Fiocchi munizioni, colpevole di fornire materiale bellico ad Israele. 

Il nome dell’azienda è stato coperto di vernice rossa prima che i due attivisti esponessero lo striscione con scritto “Palestina libera” e accendessero fumogeni all’ingresso dello stabile aziendale. 

Il motivo della contestazione è stato dato dai diretti interessati che hanno spiegato di voler colpire la “Fiocchi munizioni” per la produzione e fabbricazione di armi vendute all’Israele, ignorando completamente il genocidio in corso nella striscia di Gaza.

"La campagna Palestina Libera chiede al governo di rispettare l'articolo 11 della costituzione italiana, che ripudia la guerra, fermando l'invio di armamenti ad Israele', si legge nella nota dei due gruppi che hanno preso parte alla protesta, Ultima generazione e Palestina Libera. 

"Chiediamo che il nostro governo prenda le proprie responsabilità come complice di un genocidio, e per aver violato la nostra costituzione", ha dichiarato l’attivista di Ultima generazione che ricorda anche che dal 7 ottobre ad oggi “oltre 15 mila bambini sono stati sterminati ma l'invio di armi Made in Italy non è mai cessato. Secondo l'Istat la prima provincia italiana per invio di armamenti ad Israele nell'ultimo trimestre del 2023, in pieno genocidio, è Lecco, dove ha sede la fabbrica Fiocchi munizioni, con 1.011.510 euro”.

La mancata trasparenza sull’export di armi italiane

Secondo la legge 185 del 1990 “l'export di armi -sostiene Ultima generazione- è tenuto ad una trasparenza che non abbiamo visto nel corso dei mesi scorsi, nel pieno di un genocidio dato il 21 febbraio 2024 il Senato ha approvato un disegno di legge di iniziativa governativa che cancella i meccanismi di trasparenza e controllo parlamentare sul commercio e le esportazioni di armi e sulle banche che finanziano tali operazioni”.

Gli attivisti hanno sottolineato che neanche due settimane fa a Khan Yunis, nel Nasser Medical Complex, l'ospedale più grande a essere rimasto aperto nella Striscia di Gaza, sono state trovate fosse comuni con più di 400 corpi di cui molti riportavano segni di tortura ed erano stati giustiziati e molti di questi appartenevano a donne e bambine. I proiettili che sono stati usati in quelle esecuzioni, dicono gli attivisti, potrebbero essere stati prodotti alla Fiocchi Munizioni.

Chi è Pietro Fiocchi, europarlamentare di FdI 

L’azienda non è solo una delle principali fabbriche di munizioni in Italia e al mondo ma è anche di proprietà della famiglia di Pietro Fiocchi, balzato agli onori della cronaca per alcune scelte riguardo la sua carriera politica. Pietro, cugino di Stefano Fiocchi, presidente dell’azienda, è eruoparlamentare di Fratelli d’Italia e poche settimane fa ha annunciato di ricandidarsi per un secondo mandato alle prossime Europee di giugno. Più di una volta l’opposizione ha espresso disappunto per alcuni manifesti dell’europarlamentare, come quello in cui imbraccia un fucile e si legge “L’Europa e la caccia che vogliamo” oppure quello dove nell’albero di Natale, al posto dei balocchi, figurano bossoli.