Se per la sera di martedì prossimo non avete impegni, segnatevi le Serate di Nomadelfia, in programma in centro. Sarà un’esperienza unica, come unica è la comunità di Nomadelfia, che combina arte e messaggio sociale, attraverso danze, brevi video e interventi teatrali ispirati alla commedia dell’arte. Non si tratta di un semplice spettacolo, ma di una testimonianza e insieme un’occasione per riflettere su come la fraternità possa trasformare il volto dell’umanità, portando un rinnovato senso di speranza e impegno.
L’appuntamento è per le 21.30, in piazza Garibaldi. Lo regalano bambini e ragazzi della comunità di Nomadelfia, una sorta di Utopia reale, fondata nel 1947 in provincia di Grosseto, da don Zeno Saltini, profetico sacerdote vissuto tra il 1900 e il 1981. Fanno parte della comunità sacerdoti, laici, genitori, single. Si diventa nomadelfi solo dopo aver compiuto i ventuno anni e un periodo di prova della durata di tre anni, ma nella comunità sono accolti pure i figli minori dei nomadelfi. I sacerdoti e i diaconi condividono la vita al pari di tutti gli altri. Il rapporto fra loro ed il loro vescovo è disciplinato da un’apposita Convenzione.
A Nomadelfia non si utilizza denaro, chi è in difficoltà è assistito da tutti, gli insegnanti delle scuole dell’obbligo sono i membri della comunità, che utilizzano un metodo didattico unico. "I ragazzi che montano il palco al mattino sono gli stessi che ballano la sera e, finita l’esibizione, lo smontano – spiega Domenico Saragoni di Nomadelfia, detto Nico –. Hanno dai sei ai ventidue anni e provengono da tutto il mondo".
Durante le Serate, gli spettatori possono vedere con i propri occhi come i nomadelfi vivano quotidianamente i valori di fraternità e cooperazione e interagire con loro. La partecipazione è gratuita. Le Serate sono andate in scena a Cantù, Valmadrera, Uggiate, Legnano, Cernobbio. Si volgeranno poi a Sondrio l’8 agosto, Chiavenna l’11 e Saronno a Ferragosto.
D.D.S.