Un vino tipico di Bellano, sul lago di Como. È il sogno di Giacomo Fazzini, ingegnere gestionale di 30 anni, che dopo aver lavorato per un lustro in un’azienda di automotive, ha scoperto passione e vocazione per l’agricoltura insieme a Sara Ferrari, la sua compagna. Giacomo e Sara hanno già recuperato mezzo ettaro di terreno incolto e abbandonato, lo hanno terrazzato e coltivato con diverse varietà di uva, che presto diventeranno il primo vino del Lario. Con loro ci sono altri amici, come Erik Fazzini e Alessandro Castelli nella gestione dei vigneti e l’enologo Carlo Montanelli. Ma non bastano: chiedono aiuto ai bellanesi che hanno appezzamenti abbandonati e rustici in disuso per salvare il territorio dal degrado ed espandere l’attività, tramite l’associazione fondiaria Radici, presieduta da un altro amico, Tiziano Manzi.
"Vogliamo coinvolgere non solo i proprietari di terreni, boschi e pascoli, ma anche i possessori di seconde case, ruderi e tutti coloro che condividono una profonda attenzione per questo territorio e il suo futuro, attraverso una gestione congiunta di quanto ci verrà affidato – spiega Giacomo –. In cambio ne garantiamo il ripristino, la pulizia e la manutenzione. Vogliamo prenderci cura della nostra terra, superare la frammentazione dei terreni, contrastare l’avanzare disordinato del bosco, riqualificare i terreni agricoli e forestali terrazzati, recuperare le antiche colture, sviluppare, mantenere e recuperare la viabilità agrosilvopastorale, come una volta".
L’iniziativa è stata presentata ufficialmente ieri sera, ma vi hanno già aderito una trentina di persone che complessivamente sono pronte a mettere a disposizione almeno dai 2 ai 3 ettari di terreno che diventeranno vigneti. "Ci piacerebbe produrre un prodotto unico, distintivo del lago", prosegue Giacomo. Il sogno di Giacomo, Sara, Erik, Alessandro, Carlo e Tiziano è diventato pure quello del sindaco Antonio Rusconi: "Complimenti a quanti hanno avuto questa idea che mira alla salvaguardia del nostro territorio. Non mancherà il nostro sostegno".