REDAZIONE LECCO

Una lite tra parenti nella canonica costa la condanna a madre e figlia

Dopo tre anni si è concluso davanti al giudice di pace un processo per lesioni. Pena pecuniaria: 350 euro

Una lite tra parenti in canonica costa una condanna a madre e figlia. Davanti al giudice di pace Nicoletta Cossio si è concluso ieri il processo nei confronti di tre imputati accusati di lesioni. I fatti risalgono all’estate 2017, quando Giuseppina Negri e la figlia Sabrina Sirtori, assistite dall’avvocato Dario Pesenti, e una cugina, Maria Edda Ratti, difesa dall’avvocato Massimo Campa, litigano nella canonica di Bevera di Sirtori davanti all’anziano parroco, loro parente. Il tutto nasce da una battuta sul comportamento di una parente e sul suo abbigliamento ("sarebbe meglio se vestisse in modo adeguato") che scatena la reazione di madre e figlia. Dalle parole si passa ai fatti e Maria Edda Ratti riporta alcune ferite. Sul posto giunge l’ambulanza che medica la donna. Si apre un’inchiesta e i carabinieri sentono alcuni testimoni sulla vicenda, tra cui alcuni volontari che si trovano nei pressi della chiesa. All’origine della lite – come emerso nelle diverse udienze – c’erano antichi dissapori. Alcuni giorni prima le tre avevano avuto un battibecco anche al cimitero. Ieri il giudice ha condannato Giuseppina Negri e la figlia Sabrina a una pena pecuniaria di 350, oltre ad un risarcimento da definirsi in sede civile, mentre Maria Edda Ratti è stata assolta per legittima difesa.

Angelo Panzeri