FEDERICO MAGNI
Cronaca

Asen Park, amicizia e spirito punk: il gruppo di Lecco travolto dalla tragedia in montagna

Massimiliano Ratti e Valentino Alquà uccisi dalla valanga in Svizzera: facevano parte dell'associazione di appassionati anticonformisti. “Niente autocelebrazioni, la montagna è libertà”. Una comunità sotto choc

Massimo Ratti e Valentino Alquà

Massimo Ratti e Valentino Alquà

Lecco – Un po’ “serial climber“ alla Mark Twight, un po’ Henry Chinaski. Fra i Ragni e il gruppo Gamma, in una città come Lecco dove l’alpinismo è più religione del calcio, gli Asen Park rappresentano la costola punk dell’andare in montagna, lontanissimi da quella retorica che ha caratterizzato la narrazione delle vicende alpinistiche per tanti anni. Avvicinamenti micidiali in bicicletta, discese nella neve polverosa su megapendii, bivacchi improvvisati, vie e pareti dimenticate, roccia, ghiaccio, notti insonni, viaggi, surf. Nati come un gruppo di amici appassionati di arrampicata, alpinismo, sci e freeride, si sono fatti conoscere presto per i loro progetti spesso raccontati in maniera surreale.

Un modo diverso di vivere la montagna lontano da certi rituali autocelebrativi, da narrazioni solenni e da un alpinismo di ostentazione. Nei loro racconti, alcuni dei quali sono stati raccolti in un libro pubblicato per i primi dieci anni di attività, spesso non si capisce nemmeno bene quale sia stata l“impresa“ ma si intuisce il forte legame di amicizia che li ha portati a fare della montagna uno stile di vita, a partire in bicicletta da Lecco per raggiungere qualche cima fra le Alpi (possibilmente dopo essersi messi nei guai) ad affrontare ripidi canali sulle cime lecchesi con gli sci o lo snowboard, illuminare a giorno la via Cassin al Medale per la Vigilia di Natale o scalare grandi vie nel gruppo del Bianco.

Valentino Alquà (a sinistra) e Massimiliano Ratti (a destra), i due scialpinisti travolti e uccisi da una valanga sul Pigne d’Arolla in Svizzera
Valentino Alquà (a sinistra) e Massimiliano Ratti (a destra), i due scialpinisti travolti e uccisi da una valanga sul Pigne d’Arolla in Svizzera

Qualche anno fa proprio Massimo Ratti (Maxi), in cordata con Claudio Clozza, aveva scalato il Pilone Centrale del Freney al Monte Bianco. Un bell’omaggio a un grande dell’alpinismo lecchese come Marco Butch Anghileri, scomparso proprio su quella montagna nel 2014. "Ci trovavamo tra amici ai Resinelli, di solito, con sci e slittini, diciamo che la passione per la montagna era l’ambito che ci univa, ma è sulla neve che abbiamo cominciato questa avventura. Poi sì, direi che la situazione ci è sfuggita un po’ di mano”, raccontano della loro nascita.

Per Lecco sono diventati un punto di riferimento anche per l’impegno profuso, dall’organizzazione di varie competizioni di street boulder alla chiodatura di alcune falesie come quella del Gavatoio, nella zona Moregallo. Una parete sulla quale si può scalare affacciati direttamente sull’acqua. Oppure la bella via ripresa, sistemata e richiodata dal team sulla parete dell’Antimedale che sovrasta la città. La lunga coda di inverno che ha continuato a depositare metri di neve sulle Alpi anche in questo maggio inoltrato, è stata un richiamo irresistibile. In questi giorni gli Asen stavano girando parecchio, regalando a chi li segue i soliti racconti surreali.