REDAZIONE LECCO

Varenna, la commemoriazione dei sei partigiani uccisi a Fiumelatte

Alla Montagnetta è stato celebrato il 74esimo anniversario della loro fucilazione

Un momento della commemorazione a Fiumelatte

Varenna (Lecco), 7 gennaio 2019 – Di loro si conoscono i volti, i nomi e i cognomi, l'appellativo di battaglia e la storia, di molti altri purtroppo no. Per questo la cerimonia che si è svolta domenica per celebrare il 74esimo anniversario della fucilazione dei 6 partigiani di Rancio e del lago a Fiumellatte a Varenna è stata una commemorazione di tutti coloro i combattenti delle Liberazione che sono morti per mano dei nazifascisti. LA STORIA – In Valsassina e Valvarrone nel dicembre 1944 molti partigiani della 55esima Brigata Fratelli Rosselli si arresero ai fascisti perché ormai allo stremo. Secondo gli accordi con il questore di Como avrebbero dovuto essere inviati in Germania per i lavori forzati, ma durante il trasferimento da Bellano a Como, l' 8 gennaio 1945, un lunedì, alla località “la Montagnetta”, sei di loro vennero fucilati dai fascisti delle Camicie nere per rappresaglia e per timore che poi sarebbero stati liberati. I PARTIGIANI UCCISI – Tre dei partigiani uccisi erano di Rancio di Lecco, uno di Mandello del Lario, uno di Bellano e uno di Vendrogno. Si tratta rispettivamente di Carlo Bonacina che aveva 24 anni, Giuseppe Magni chiamato Beppe di 21, Virgilio Panzeri detto Ciccio anche lui di 21, Domenico Pasut soprannominato Leone di 23, Amnrogio Inverni nome di battaglia Lupo di 31 e Carlo Rusconi chiamato Boia di 25. LA CERIMONIA – Dopo il ritrovo al circolo “Libero pensiero” di Lecco la partenza da Rancio e la posa dei fiori alla lapide della Montagnetta di Fiumelatte, il luogo della fucilazione. Hanno partecipato il vicario episcopale monsignor Maurizio Rolla, il consigliere comunale di Lecco Bruno Biagi, il sindaco di Varenna Mauro Manzoni, il presidente provinciale di Anpi Enrico Avagnina e lo storico locale Pierfranco Mastalli. IL DISCORSO - "Dei caduti alla Montagnetta di Fiumelatte, fortunatamente, possediamo una fotografia di ciascuno apposta sulla lapide del monumento: possiamo appunto, guardando i volti di Carlo, Ambrogio, Giuseppe, Virgilio, Domenico e Carlo – ha spiegato il sindaco di Varenna Mauro Manzoni - Di tanti altri caduti però non abbiamo i volti: con più fatica quindi, soprattutto nella nostra società dove l’immagine ha una centralità mai avuta prima nella storia, ne ricordiamo nomi, vite e storie. Nei volti di questi sei partigiani, visibili e quindi più familiari, possiamo quindi intravedere tutte quelle persone che hanno dato la vita per un ideale più grande che li trascendeva, ma sono rimasti sconosciuti all’umanità. E ancora: “Di tante altre persone, oppresse dagli egoismi degli uomini di oggi, non possediamo i volti: per questo motivo questa commemorazione vuole anche, simbolicamente, fare memoria di tutte le vittime del nostro tempo, sconosciute e quindi considerate mai esistite, in realtà persone che sono state care alle loro famiglie, alle persone amate e a chi le ha conosciute. La cerimonia che viviamo questa mattina può dunque anche trasformarsi in un gesto di pietà e di profondo rispetto verso tutti i nuovi umiliati della terra”.